Paolo Ascani, cognato di Roberto Spada, esponente dell’omonimo clan è stato gambizzato in pieno pomeriggio sulle strade di Ostia. 
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Colpi di pistola, silenzio glaciale: è stato colpito Paolo Ascani, cognato di Roberto Spada ad una gamba. Veloce la corsa verso il Grassi dove è stato accompagnato dalla sorella Elisabetta, che però non è voluta entrare. L’uomo, 51 anni, ha raccontato di essere stato raggiunto da un proiettile mentre era in via Forni. Al momento non ha voluto aggiungere niente di più. Stringato il racconto di Ascani, come quello dei testimoni. Fra questi una residente che ha detto: “Ho sentito 4 colpi di pistola, saranno state le 17 uno dopo l’altro poi una macchina che sgommava via. Quando mi sono affacciata ho visto le auto dei carabinieri“. Il ferito è il cognato del leader del clan Spada, noto alle cronache per la testata al collega Piervincenzi, codannato in via definitiva per l’aggressione con l’aggravante dell’articolo 7 e all’ergastolo in primo grado per associazione mafiosa. Ascani in zona è conosciuto non solo per la parentela con il boss ma anche per essere l’ex gestore della spiaggia libera Onda Anomala. Gli inquirenti stanno indagando per ricostruire l’accaduto.
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Ascani non ha detto chi lo ha ferito, né ha chiarito quanti erano o perché lo avrebbero fatto: non è ancora chiaro nemmeno perché si trovasse per strada in pieno giorno in un periodo in cui le strade della Capitale sono particolarmente sorvegliate per verificare il rispetto delle disposizioni per il contenimento del coronavirus. Le sue condizioni non sono gravi. In corso i rilievi per stabilire le dinamiche dell’incidente. Le forze dell’ordine sono in cerca delle telecamere della zona e sono ancora in corso gli interrogatori ai testimoni presenti al fatto. Si scava anche nella vita del ferito per individuare se qualcuno potesse avercela con lui. Al momento non si esclude nessuna pista, compresa quella di un avvertimento o di una resa dei conti non portata a termine. Spari nel pomeriggio, nonostante il lockdown, nonostante la pandemia: occorrono risposte.
