Omicidio nel palermitano: Angela Maria Corona uccisa da sicari, 3 arresti

Omicidio nel palermitano: uccisa Angela Maria Corona, 3 arrestati. La donna è stata uccisa nei giorni a ridosso di Pasquetta. La nipote della vittima avrebbe assoldato due sicari affinché l’aiutassero ad uccidere Angela Maria Corona.

omicidio maria angela corona
(Foto Tiziana Fabi, da Getty Images)

Emessa e applicata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’ordinanza è stata emessa dal Gip del Tribunale di Termini Imerese ed è stata applicata dai carabinieri. Riguarda tre persone accusate, in concorso morale e materiale tra loro, dell’omicidio di Angela Maria Corona. La donna di 48 anni è stata uccisa nei giorni a ridosso di Pasquetta, e il suo corpo occultato è stato rinvenuto in un dirupo nei pressi della provinciale 16 che collega Bagheria e Casteldaccia. Secondo quanto accertato dai carabinieri, coordinati dalla procura di Termini Imerese, il delitto sarebbe stato organizzato dalla nipote della vittima. Quest’ultima avrebbe assoldato due sicari affinché l’aiutassero ad uccidere Angela Maria Corona ed a occultarne il cadavere.

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Oggi gli arresti della nipote della vittima, Maria Francesca Castronovo, di 39 anni, e di due extracomunitari, i sicari: Guy Morel Diehi, ivoriano di 23 anni, e Toumani Soukouna, maliano di 28 anni. Ora la ricostruzione. L’uccisione di Angela Maria Corona, secondo quanto ricostruito dai carabinieri della compagnia di Bagheria, sarebbe avvenuta martedì 14 aprile. Per quanto riguarda le dinamiche si fa chiarezza: la donna sarebbe stata strangolata e poi infilata in un sacco e gettata nel dirupo. Poi il corpo sarebbe stato dilaniato da animali randagi. Ecco perché alcune parti, come la testa e una porzione del busto, non sono state trovate. Ma si attendono ancora i risultati definitivi dell’autopsia.

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(Foto di Flippo Monteforte, da Getty Images)

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Emerge anche il movente. La nipote ha confessato di avere ucciso la zia Angela Maria Corona. Il movente? La zia maltrattava la nipote. Confermati i sospetti dei carabinieri della compagnia di Bagheria, coordinati dal pm Daniele Di Maggio e del procuratore di Termini Ambrogio Cartosio. L’attenzione si era concentrata quasi subito su Maria Francesca Castronovo, arrestata con i suoi complici. Anche le testimonianze confermano la credibilità del movente. Già il compagno aveva raccontato dei continui litigi tra la zia e la nipote. E la nipote era stata da subito rintracciata dai militari, subito dopo il ritrovamento del corpo della vittima. La nipote si trovava al centro Grandi ustionati dell’ospedale Civico. Era stata ricoverata nell’ospedale poco dopo l’omicidio, presentava bruciature sulle gambe. Stando ad alcune testimonianze, la causa delle ustioni sarebbe da rintracciare in un litigio. La zia avrebbe lanciato alla giovane dell’acqua bollente. Ma secondo la nipote le ustioni sarebbero state provocate dall’incendio della sua macchina. L’auto ha preso fuoco vicino il cimitero di Bagheria. Poi l’accertamento delle cause del rogo da parte di carabinieri e vigili del fuoco: il rogo era doloso.

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Emergono dettagli anche sulla quota pagata da Maria Francesca Castronovo per l’omicidio. La nipote avrebbe consegnato circa 15 mila euro ai due complici. I soldi sono stati trovati dai carabinieri in casa di Guy Morel Diehi, uno dei due sicari. La nipote e i due presunti sicari sono stati arrestati con l’accusa di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere.

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