Papa Francesco alla Fai Cisl: “Regolarizzare migranti, si può”

Il pontefice ha scritto una lettera, firmata dal sostituto delsegretario di Stato Edgar Peña Parra. “Bisogna riconoscere diritti e doveri agli immigrati, per azzerare il lavoro nero”, scrive Papa Francesco.

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Papa Francesco interviene a gamba tesa nella questione relativa alla regolarizzazione dei migranti nel nostro Paese. Una misura che è stata valutata anche dal Governo, in particolare dal ministro per le politiche agricole Teresa Bellanova. Proprio la situazione dei migranti viene tenuta in seria considerazione per consentire ai proprietari terrieri, e quindi a tutto il mercato dell’agricoltura, di ripartire al meglio. Così, Papa Francesco ha rivolto una lettera al segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota, il quale aveva chiesto allo stesso Pontefice conforto e incoraggiamento per i lavoratori della filiera.

“È certamente condivisibile – scrive Papa Francesco in una lettera recapitata dalla Segreteria di Stato vaticana – la necessità di venire incontro a quanti, privati di dignità, avvertono in modo più acuto le conseguenze di un’integrazione non realizzata, venendo ora maggiormente esposti ai pericoli della pandemia. È dunque auspicabile che le loro situazioni escano dal sommerso e vengano regolarizzate, affinché siano riconosciuti ad ogni lavoratore diritti e doveri, sia contrastata l’illegalità e siano prevenute la piaga del caporalato e l’insorgere di conflitti tra persone disagiate”.

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Onofrio Rota aveva scritto per primo al papa – meteoweek.com

Proprio Rota, in una missiva rivolta a Papa Francesco, aveva fatto capire di voler sottoporre il tema della regolarizzazione dei braccianti irregolari come priorità. “Il cibo sulle nostre tavole ha sempre continuato ad arrivare – ha fatto notare il Santo Padre – , e in parte è proprio per via del lavoro di queste persone; oggi questa contraddizione rischia di esplodere in tutta la sua enorme portata, soprattutto davanti all’emergenza sanitaria, che rischia di creare nuove guerre tra poveri e rappresenta una minaccia reale per tutti, ancora di più per i braccianti stranieri”.

“Bisogna avere il coraggio di decidere sul tema della regolarizzazione – prosegue la missiva del Santo Padre – , che da tempo stiamo promuovendo per far emergere il lavoro nero, per riconoscere diritti e doveri ai tanti immigrati lasciati ai margini della società. Il tema è stato scansato per tanto tempo, ora le conseguenze emergono in tutta la loro gravità a causa del Coronavirus, tra rischio pandemia, nuove opportunità per i caporali, mancanza di manodopera”.

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Il sostituto del Segretario di Stato, Edgar Peña Parra, nel recapitare la lettera alla Fai Cisl, ha sottolineato la vicinanza del papa “ai tanti lavoratori che, nell’ambito della filiera agroalimentare, si stanno notevolmente impegnando, tra non pochi rischi e difficoltà, per provvedere i necessari generi alimentari alla comunità”. Il Papa “li ricorda nella preghiera, mentre porta nel cuore la dolorosa situazione dei braccianti provenienti da vari Paesi, che si vedono relegati ai margini della società e patiscono condizioni di sfruttamento inaccettabili”.

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