Napoli: un drone con sei cellulari è atterrato nel carcere di Secondigliano

Un drone con a bordo sei cellulari è atterrato nell’area detentiva del carcere di Secondigliano di Napoli ed è stato sequestrato dagli agenti della Polizia Penitenziaria.

Napoli- un drone con sei cellulari è atterrato nel carcere di Secondigliano (Getty) - meteoweek.com
Napoli- un drone con sei cellulari è atterrato nel carcere di Secondigliano (Getty) – meteoweek.com

Gli agenti della Polizia Penitenziaria dell’istituto carcerario di Secondigliano hanno sequestrato un drone con sei cellulari atterrato nell’area detentiva, grazie all’attenta attività di intelligence. Dopo la sospensione dei colloqui nel carcere, a causa dell’epidemia di Coronavirus, parenti e amici dei detenuti hanno escogitato un modo per raggiungerli lo stesso e per consegnare illegalmente dei telefonini per poter comunicare. A diffondere la notizia è stato il sindacato di Polizia Penitenziaria, Uspp, e il presidente Giuseppe Moretti ha tenuto a congratularsi per l’attività svolta e ha espressamente richiesto di introdurre un reato legato a tali episodi. Moretti ha, infatti, dichiarato: “Ci congratuliamo con i colleghi e continuiamo a sostenere che la Polizia Penitenziaria deve essere dotata di strumenti tecnologici avanzati per contrastare questa grave piaga. Inoltre chiediamo di introdurre un reato che punisca l’introduzione e il possesso di telefoni, così come avviene in alcuni Paesi Ue“. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Dap, ha distribuito nelle carceri circa 1500 cellulari e ha autorizzato il loro utilizzo, anche diverse volte al giorno, per permettere ai detenuti di comunicare con le proprie famiglie, dopo la sospensione dei colloqui imposta dalle misure restrittive volte a contrastare la diffusione del contagio di Coronavirus.

L’atterraggio del drone sarebbe avvenuto nella serata di lunedì, verso le ore 22, e il segretario campano del Sappe, il sindacato autonomo Polizia Penitenziaria, Emilio Fattorello, ha raccontato: “dal muro di cinta una sentinella della Polizia Penitenziaria si è accorta del volo di un drone che, in avaria, è precipitato prima di giungere al Reparto detentivo S2, nel cortile dei passeggi del carcere. Il drone trasportava ben 6 cellulari, quattro del tipo micro e due smartphone, tutti perfettamente funzionanti, con carica batteria e varie sim. I precedenti sono diversi. Solo qualche giorno fa, sempre nel carcere di Secondigliano, sono stati scoperti in alcune celle, durante una operazione di servizio, altri quattro telefoni in uso illecito ai detenuti. E nelle giornate di sabato e domenica è nel penitenziario di Poggioreale che, durante alcune perquisizioni della Polizia Penitenziaria, altri telefonini sono stati rinvenuti e sequestrati. Ormai l’ingresso dei cellulari nei Penitenziari della Campania è un flusso continuo e il fenomeno non viene contrastato in maniera adeguata dall’Amministrazione né dal Legislatore, infatti l’indebito possesso e introduzione di questi apparecchi non configurano precise ipotesi di reato ma restano semplici violazioni amministrative ai regolamenti interni, per un semplice possesso di oggetti non consentiti. Inutile ripetere come l’utilizzo dei telefonini da parte dei detenuti soprattutto quelli appartenenti alla criminalità organizzata possa alimentare e favorire le varie attività criminose dettate dall’interno all’esterno dei carceri. Sono centinaia e centinaia gli apparecchi sequestrati dalla Polizia Penitenziaria, che opera per fronteggiare il fenomeno come ieri a Secondigliano. Lo stesso Procuratore Capo di Napoli Melillo ha segnalato la gravità della questione in una Audizione alla Commissione Parlamentare Antimafia.

Intanto il segretario generale del Sappe, Donato Capece, ha raccontato che “è dal 2015 che abbiamo denunciato l’introduzione illecita di sostanze stupefacenti, e di oggetti comunque non consentiti, all’interno degli Istituti penitenziari, proprio attraverso l’utilizzo dei droni. Pensiamo cosa potrebbe accadere se un drone riuscisse a trasportare esplosivo o armi dentro a un carcere”.

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