Bellanova, o regolarizziamo gli immigrati o me ne vado

Immigrati: si alza la tensione sulla regolarizzazione degli immigrati proposta dalla ministra dell’Agricoltura Bellanova (Iv). Alle frizioni interne della maggioranza (area M5S) la Bellanova risponde: “Non è battaglia per consenso. Non sono qui per fare tappezzeria”.

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(Foto di Filippo Monteforte, da Getty Images)

La ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova insiste in maniera perentoria su un punto: è necessario regolarizzare gli immigrati per supplire alla carenza di offerta lavorativa in diverse attività. Tra queste “non solo in agricoltura dove rischiamo sperperi enormi per la mancata raccolta, ma anche le badanti che assistono tante persone anziane”. La Bellanova però si scontra con diverse forme di resistenza. A criticare duramente la proposta non sono solo le opposizioni (Lega in primis), ma anche alcune frange della maggioranza, tra cui una parte consistente del Movimento 5 Stelle. E allora la Bellanova, in un’intervista a Radio Anch’io, prova a fare pressione: “Non è una battaglia strumentale per il consenso. Queste persone non votano. Se non passa, sarà un motivo di riflessione sulla mia permanenza al Governo. Non sono qui per fare tappezzeria”. Secondo la ministra, infatti, le resistenze sono influenzate da un certo clima culturale: gli italiani si sentono minacciati dagli immigrati, percepiti come nemici.

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In realtà, sottolinea la Bellanova, il lavoro degli immigrati è fondamentale per portare avanti certi tipi di attività lavorative che altrimenti verrebbero a mancare. “Tra le persone c’è diffidenza perché per anni si è fatta passare l’idea che i diversi sono i nemici e che gli immigrati vengono qui a toglierci il lavoro”. Si tratterebbe, dunque, di una manovra utile, osteggiata non sulla base dei vantaggi che apporterebbe. Per questo la Bellanova insiste sulla regolarizzazione degli immigrati: “Puntiamo a concedere un permesso di soggiorno temporaneo per sei mesi, rinnovabile per altri sei, per le aziende e le famiglie che vogliono regolarizzare. Ci sarà anche un contributo per lo Stato, anche se non bisogna esagerare: si tratta di persone sfruttate per 3 euro l’ora facendo concorrenza sleale alle imprese che rispettano le regole”.

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Alcune stime calcolano: se la proposta passasse, in Italia sarebbero regolarizzate circa 600mila persone. Ma sulla cifra delle persone coinvolte, la Bellanova non si espone troppo: “Non sono in grado di dirlo, si tratta di chi può avere un contratto. Partiamo dai lavoratori nei campi, altrimenti qualcuno si dovrà assumere la responsabilità di far marcire i prodotti nei campi, e dalle badanti”, ha osservato.

Il Governo spaccato sulla questione immigrati

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(Foto di Christophe Magnetet, da Getty Images)

A sostegno della campagna anche la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. La ministra sottolinea un vantaggio: la regolarizzazione degli immigrati consentirebbe una grande emersione del lavoro in nero. E afferma: “Una condivisione di fondo. Il tema è quello della regolarizzazione degli immigrati che nel nostro Paese fanno i lavori più disparati (dai braccianti alle badanti) spesso senza che questo risulti”. Come spiega la Lamorgese a Radio Anch’io: “Ieri abbiamo avuto degli incontri. Riguarderà anche tanti italiani oltre che gli stranieri. C’è la necessità di far emergere questi lavoratori non solo per garantire i diritti delle persone, ma anche per esigenze di sicurezza sanitaria che in questo momento sono necessarie. Stiamo lavorando e spero che nelle prossime ore si riesca ad arrivare ad un testo definito”.

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A questo punto iniziano a delinearsi sempre meglio le fazioni in campo. Pd, Italia Viva e Leu sono a favore della regolarizzazione (e anche rapida): l’idea è di inserire la sanatoria nel decreto di maggio da portare al prossimo Consiglio dei ministri. Il ministro per il Mezzogiorno Peppe Provenzano (Pd) che incalza: “E’ un’emergenza non più procrastinabile: dai campi arrivano i cibi che consumiamo sulle nostre tavole, dobbiamo ora portare anche nei campi quei diritti negati a chi ci lavora. La regolarizzazione e l’emersione del lavoro nero non solo risponde ad un’esigenza di giustizia, ma è anche un incentivo a fare ulteriori passi di modernizzazione al settore agricolo”.

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Frena molto, invece, il Movimento 5 Stelle. In particolare, le resistenze maggiori provengono dall’ala destra del Movimento, quella legata a Luigi Di Maio. Il tentativo del Movimento 5 Stelle è, per il momento, quello di rimandare l’introduzione della sanatoria nel decreto maggio. Contraria alla proposta, ovviamente, anche l’opposizione. Il leader della Lega Matteo Salvini attacca: “Con tutte le difficoltà che abbiamo, di lavoro, di risparmio, di mutuo, il governo sta lavorando a una maxisanatoria di immigrati clandestini. Una follia, vedremo di impedirlo in ogni maniera, dentro e fuori il Parlamento”.

 

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