Crac Banca Popolare Vicenza, tribunale blocca donazioni Zonin a familiari

Crac Banca Popolare Vicenza, tribunale blocca donazioni Zonin a familiari. Tra le donazioni revocate, una tenuta lussuosa alla moglie e un palazzo al figlio

Crac Banca Popolare Vicenza, tribunale blocca donazioni Zonin a familiari
Crac Banca Popolare Vicenza, tribunale blocca donazioni Zonin a familiari

Revocate dal tribunale di Vicenza, le donazioni che il presidente della Banca Popolare di Vicenza Giovanni Zonin, aveva fatto a favore di moglie e figlio. Si tratterebbe di una tenuta lussuosa alla moglie e di un palazzo e una villa al figlio. Accolte dunque le richieste della Banca Popolare di Vicenza che è attualmente in stato di liquidazione coatta amministrativa. Si tratterebbe di un modo per tutelare il patrimonio bancario dopo il buco nel bilancio creatosi nel corso della gestione Zonin.

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Zonin fu presidente della Banca Popolare di Vicenza fino al 23 novembre 2015. In 2 mesi fece in modo di perfezionare le donazioni, con la tempesta giudiziaria che era giunta al picco. Secondo la banca, Zonin fu “responsabile di atti di cattiva gestione che causarono il tracollo dell’istituto”. Tali comportamenti avrebbe provocato un buco di centinaia di milioni. Basti pensare che solo la Consob lo ha multato per 370mila euro e la Banca d’Italia 234mila euro. La Banca Popolare di Vicenza nel 2016 registrò un bilancio in perdita di 901 milioni di euro.

Secondo il giudice ““la responsabilità di Zonin per il tracollo è accertata da numerosi provvedimenti sanzionatori”. Sempre secondo la sentenza, Zonin avrebbe eseguito le suddette donazioni “in un momento in cui non soltanto aveva la piena consapevolezza delle condotte attuate negli anni precedenti, ma esse erano altresì già state evidenziate dagli organi ispettivi e rese di pubblico dominio dai mezzi di informazione”.

Per ciò che concerne la giustificazione di aver effettuato le donazioni, il giudice ritiene sia “del tutto fuori luogo”. All’epoca Zonin le aveva giustificate dicendo che fossero “per favorire il passaggio generazionale e anticipare le disposizioni successorie“, dato che la moglie era allora settantenne. La cessione dei beni al figlio, invece è giustificata con la forte crisi della banca: “appare incontestabilmente effettuata nella consapevolezza di tutto quanto era successo nell’anno precedente“.

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