Giochi militari di ottobre a Wuhan, gli atleti accusano: “Avevamo sintomi”

Un buon numero di atleti presenti a Wuhan per i giochi militari di ottobre accusano. “Avevamo sintomi, febbre e problemi respiratori al ritorno”. Ipotesi da verificare in assenza di tamponi ufficiali

Matteo Tagliarol racconta: “Siamo stati male”

Alcuni atleti presenti a Wuhan ad ottobre sostengono che i sintomi sospetti avuti potrebbero indurre a credere che il virus circolasse già da tempo. Accuse forti, ma che non potranno essere dimostrate, vista l’assenza di tamponi o di test sierologici in una fase in cui del covid non si era mai parlato. Il dato di cronaca, però, va registrato. L’anno scorso a Wuhan, città cinese focolaio dell’epidemia di Sars Cov 2, si sono tenuti i Giochi Mondiali Militari, con 10mila atleti di 110 nazioni. Si sono svolti dal 17 al 28 ottobre. Come riporta il Corriere della Sera “l’enorme concentrazione di atleti e personale di supporto nella città, l’assoluta mancanza di misure di prevenzione del contagio e il ritorno senza quarantena degli atleti” potrebbe aver innescato una diffusione.

Non è la prima volta che l’ipotesi di un virus capace di circolare già da mesi si affaccia sulle cronache. Un dubbio insinuato ma comunque da non escludere. L’ipotesi che il virus abbia iniziato a circolare in Europa da metà ottobre è stata già oggetto di uno studio dell’Università Statale di Milano. E oggi il capo dipartimento radiologia dell’ospedale di Colmar, nell’est della Francia, sostiene che da uno studio retrospettivo per cui sono stati passati in rassegna 2.456 scanner toracici realizzati nell’ospedale tra il primo novembre e il 30 aprile per diverse patologie (cardiache, polmonari, traumatiche, tumorali), i primi casi di Covid 19 sono stati registrati il 16 novembre. Ipotesi molto concrete, dunque, avvalorate da studi.

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La testimonianza degli atleti presenti

In questi giorni alcuni atleti che erano a Wuhan in Cina ricordano di aver avuto disturbi, febbre alta e problemi respiratori. Hanno avuto febbri alte e grossi problemi respiratori. Il Corriere cita il caso di Maatje Benassi, ciclista, “accusata” in patria, gli Usa, di essere la paziente 0. Ci sono poi state le dichiarazioni del campione olimpico di spada 2008 Matteo Tagliarol che, alla Gazzetta dello Sport, ha raccontato di essere stato male lui e altri tre compagni e che successivamente si sono ammalati figlio e compagna. In assenza di tamponi effettuati, ma in quel periodo di epidemia non si parlava, e di test sierologici che possano rivelare se questi e altri sportivi sono entrati in contatto con il virus non si può che parlare di ipotesi da verificare. Per tutti, tranne che per la Svezia che avrebbe certificato due casi tra i suoi atleti. L’impressione è che eventuali test retroattivi (come quelli avvenuti nel doping nello sport) possano sciogliere molti dubbi.

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