Coronavirus: non solo polmoni, rischio ictus nei giovani

La catena infiammatoria forse è in grado di causare anche nel sistema nervoso i danni già rilevati.

Coronavirus: non solo polmoni, rischio ictus nei giovani – meteoweek

Non solo polmoni: tantissimi i danni che il coronavirus può fare nell’uomo, anche nei giovani. La malattia da nuovo coronavirus può avere conseguenze sul sistema nervoso, centrale e periferico, e il sospetto è che possano andare oltre il breve periodo: i sintomi più noti sono la perdita di gusto e olfatto, ma sono stati segnalati fenomeni più gravi come ictus. Sei stato colpito, hai superato la malattia ma domani potresti avere conseguenze molto gravi. Un gruppo di giovani neurologi italiani ha pubblicato una ricerca sulla rivista scientifica Neurological Science spiegando come i danni neurologici che potremmo subire sarebbero permanenti. Vincenzo Silani, professore ordinario di Neurologia della Statale di Milano e direttore dell’Unità operativa di neurologia dell’Istituto nel capoluogo lombardo, ha raccontato di aver chiesto agli specializzandi di redigere la lettera per testimoniare il loro interessamento per questa nuova neurologia che forse ci accompagnerà negli anni, legata a pandemie con nuovi agenti virali e interessamento su più organi, compreso il sistema nervoso.

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Questo dato sarebbe proprio a molti altri virus come il Covid-19 – meteoweek

Si è giunti a questo dato analizzando le similitudini tra il Covid-19 e altri virus simili. Silani ha spiegato che.«Vi è una reale possibilità che i pazienti debbano essere seguiti nel tempo per escludere la possibilità di complicanze tardive, in particolare di malattie neurodegenerative. I pazienti riferiscono spesso mialgie e anche il muscolo scheletrico potrebbe rivelare qualche sorpresa nel corso del tempo». La situazione si aggrava se si tratta di giovani malati di coronavirus. Ravi Sharma, tecnico medico di 27 anni è un caso emblematico: prima gli viene una brutta tosse e decide di isolarsi in quarantena; dopo una settimana si rende conto che non può più muovere la parte destra del corpo e fa fatica a parlare. La sorella capisce che si tratta di un ictus e vengono chiamati i soccorsi. I medici lo salvano giusto in tempo. Sharma ha meno di 30 anni, si allena ogni giorno, non ha diabete, ipertensione né altre patologie che possono favorire l’insorgenza di un ictus. Il ragazzo è sopravvissuto: «È stato come essere investito da un autobus — ha raccontato —. Ho 27 anni e se tutto questo è capitato a me, può succedere a chiunque. È davvero spaventoso». I dati non sono incoraggianti: c’è da valutare a questo punto quanto il virus continuerà ad influire sulle nostre vite, nonostante tutto.

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