Gilet arancioni contro il Governo: cortei senza distanziamento e mascherine

La protesta dei gilet arancioni guidati dall’ex generale Pappalardo in varie città italiane. Violate le norme anti covid: niente distanziamento sociale o mascherine 

Gilet arancioni nella manifestazione di questa mattina

Si sono radunati in piazza Duomo a Milano senza alcuna distanza di sicurezza e, in molti casi, senza mascherine o con le mascherine abbassate. I manifestanti – i cosiddetti gilet arancioni – chiedono le dimissioni di Conte e il ritorno alla lira. Sono eloquenti le immagini della manifestazione milanese – che si tiene in contemporanea con altre piazza italiane – del movimento di protesta guidato dall’ex generale dei carabinieri Antonio Pappalardo. Tra i cori e gli slogan esposti, non manca il ritorno alla vecchia moneta. Nel mirino il premier Conte, con la richiesta esplicita di un ‘governo nazionale’ che sappia ascoltare le istanze degli italiani.

Pappalardo si è fatto sentire al microfono, all’interno di uno spazio di sicurezza creato da alcune persone che facevano da security. Ad ascoltare il suo intervento c’erano centinaia di persone accalcate oltre le transenne provvisorie. Nessun distanziamento come impongono le norme anti coronavirus, tantissime mascherine abbassate o del tutto mancanti, sconfessando in pratica le normative attualmente in vigore. In Lombardia, dove i casi sono ancora rilevanti, l’obbligo della mascherina è obbligatorio.

Momenti di tensione a Roma: “Il virus non esiste”

Momenti di tensione – sempre questa mattina – nel centro storico della capitale per la manifestazione dei movimenti di estrema destra. Forze dell’ordine in tenuta antisommossa per impedire l’afflusso a Montecitorio. Le iniziative sono state promosse in particolare ‘Marcia su Roma’ e Casapound, in protesta contro il governo. Tra loro anche qualcuno che indossa i ‘gilet arancioni’.

“Non ce lo fanno fare e noi da qui non ce ne andiamo”, gridano i manifestanti con i megafoni, scandendo anche diversi “traditori” e vari insulti verso il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Poi con le braccia alzate si sono avvicinati al cordone delle forze dell’ordine che gli sbarrava la strada. Con l’utilizzo del megafono si sono rivolti direttamente alle forze dell’ordine. “Qui c’è gente che non mangia. C’è gente che non prende lo stipendio da 4 mesi. Abbiamo fame”. “Ci hanno fatto morire”, grida una donna di Bergamo. “Se non vi pagano cosa fate? – aggiunge un manifestante – venite qui con noi. Dunque perchè vi schierate contro di noi?”.

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“Il coronavirus è tutto un disegno politico, economico e sociale – aggiunge un altro manifestante – è tutto un disegno perchè vogliono venderci alla Cina, Di Maio prima di tutti. Voglio farci fare il vaccino e schedarci. Il virus non esiste, per questo non mettiamo le mascherine, e intanto la gente muore di fame”. I manifestanti – in uno scenario di traffico paralizzato nella capitale – hanno poi proseguito intonando l’inno italiano al grido di “libertà”.

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