Addio contratto pubblico: il San Raffaele punisce i suoi dipendenti

Dopo l’emergenza Covid-19 cambia il contratto: non sarà più quello pubblico nazionale ma un contratto privato Aiop aggiornato 14 anni fa.

Addio contratto pubblico: il San Raffaele punisce i suoi dipendenti – meteoweek

Considerati degli eroi durante l’emergenza coronavirus: oggi i dipendenti del San Raffaele sono in protesta per come sono stati trattati dalla struttura ospedaliera all’inizio della fase 2. 3200 dipendenti si sono visti cambiare contratto da pubblico a privato nonostante si tratti di una struttura accreditata che eroga servizi convenzionati e perciò riceva anche fondi pubblici destinati alla sanità. Passeranno dal CCNL pubblico nazionale al CCNL privato Aiop, il cui ultimo aggiornamento risale a 14 anni fa e la cui validità è retroattiva, con conseguenze, quindi, anche sul personale assunto ad aprile, quando, in piena carenza di personale, gli infermieri erano considerati oro colato. Il contratto Aiop è pensato per piccole cliniche private, rsa e case di riposo con un ridotto numero di inquadramenti occupazionali, non certo per un centro di ricovero e cura a carattere scientifico tra i massimi in Europa come il San Raffaele. Perso completamente il diritto allo studio. In una nota diffusa il San Raffaele ha fatto sapere: “l’applicazione di tale contratto non comporterà alcun arretramento economico per i lavoratori, e consentirà all’Ospedale di uniformarsi alla generalità delle strutture sanitarie operanti nella sanità privata, compresi gli Irccs, all’interno delle quali viene applicato il Ccnl Aiop”.

Leggi anche –> 1 luglio: cambiano le soglie legate ai contanti, la pandemia cambia le abitudini

Leggi anche –> Coronavirus, Oms: “Uccide ancora migliaia di persone ogni giorno”

Leggi anche –> Coronavirus: ricoverato per due settimane, il conto è salatissimo

La partita non è ancora chiusa: i sindacati non intendono arrendersi – meteoweek

I sindacati stanno ancora trattando: se la trattativa non andrà in porto, sarà sciopero. Anche se le proteste sono già in atto da giorni al grido di: “Gruppo Rotelli te lo diciamo, il contratto non lo cambiamo”. Secondo alcuni si tratterebbe di un vero e proprio complotto: “una decisione politica presa prima dello scoppio della pandemia e portata avanti silenziosamente durante il lockdown, senza trattare con i sindacati, approfittando dei divieti di assembramenti che hanno impedito, almeno fino alla comparsa dei gilet arancioni, le manifestazioni”. Di questo non si avrà mai la certezza ma al momento la tensione rimane alta per cercare di capire come termineranno le trattative.

Impostazioni privacy