Casapound, Di Stefano: “Lo sgombero è attacco politico, ci difenderemo”

Il leader di Casapound intervistato dopo la decisione di sgomberare il palazzo di via Napoleone III. “Vedremo cosa accadrà il giorno dello sgombero, non intendiamo ascoltare la Raggi”.

di stefano casapound

Simone Di Stefano non ci sta e annuncia una reazione a quella che è stata la decisione delle ultime ore. La magistratura ha infatti dato il via libera all’azione di sgombero del palazzo sito in via Napoleone III, che ospita anche la sede di Casapound. Il leader del movimento di estrema destra ha radunato alcuni giornalisti, presenti per documentare alcune fasi di protesta dopo la decisione arrivata oggi. E Di Stefano ha fatto capire chiaramente non c’è ancora l’intenzione di arrendersi a lasciare un palazzo che, da oltre 15 anni, è stata la casa del partito.

“Per quanto ci riguarda ne sappiamo quanto voi, perchè al momento non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione – rende noto il leader di Casapound – . Non c’è nessun sequestro, quando arriverà faremo ricorso nelle sedi opportune. A Roma ci sono decine di immobili occupati e posti sotto sequestro, dove vi sono dentro ancora le famiglie e non sono stati sgomberati. C’è una lista lunghissima di sgomberi da fare”. Dunque Di Stefano fa leva sul fatto che, al di là della mancata comunicazione della Procura, il palazzo che ospita la sede di Casapound non è prioritario.

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Il palazzo della contesa – meteoweek.com

Anche perchè, secondo Di Stefano, la decisione di far sgomberare il palazzo di via Napoleone III ha anche dei connotati politici. Una mossa sulla quale c’è, stando al leader di Casapound, la netta impronta del sindaco di Roma, Virginia Raggi. “Con questa operazione, che è un attacco politico, si vuole portare Casapound in cima alla lista degli sgomberi da fare, ma non c’è nessuno sgombero in atto. Non è neanche stata notificata alcuna richiesta di sequestro. Noi non sappiamo niente, sappiamo solo che questo è un attacco che proviene dalla magistratura di sinistra, dal successore di Palamara alla Anm”.

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Di Stefano fa anche riferimento al precedente sgombero di una palazzina “difesa” da Casapound, quella di via del Colosseo. In quel caso “le famiglie sono state mandate in campeggio e in un campo nomadi. Non so quali strutture ricettive può offrire il comune di Roma, però nei fatti le rifiutiamo. Non abbiamo intenzione di ascoltare la Raggi e le sue offerte”. Anche perchè tutta Casapound vuole difendere la sua sede: “Noi siamo qua da 16 anni e abbiamo intenzione di restare. Se qualcuno deciderà di fare lo sgombero, vedremo cosa accadrà. Questo è un palazzo pubblico, lo si può assegnare alle famiglie che ci vivono”.

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