Scuola in sicurezza, psicologi avvertono: “gabbie in plexiglass non sono a misura bimbo”

Fioccano nuove bocciatura in merito alla proposta avanzata dal governo per permettere ai ragazzi e ai bambini di tornare a scuola in totale sicurezza: “Le gabbie in plexiglass non sono a misura bimbo”, avverte lo psicologo Alberto Pellai.

gabbie in plexiglass a scuola

Con il ritorno a scuola previsto per il mese di settembre, sono ancora molti gli interrogativi rimasti sollevati sulla questione sicurezza. Se da un lato, infatti, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha avanzato delle proposte relative a pannelli in plexiglass e visiere obbligatorie per tutti i ragazzi e i bambini che torneranno in aula, dall’altro sono già molte le critiche e le polemiche mosse da studenti, genitori e figure politiche.

Nella giornata di ieri, proprio a riguardo dei pannelli divisori tra i banchi, si era espressa la presidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, Licia Ronzulli, additando a un simile stratagemma come “una proposta assolutamente irricevibile”. “Questo governo non smette mai di stupire. Il premier Conte e la ministra Azzolina annunciano un rientro a scuola da incubo, con i bambini rinchiusi in scatole di plexiglass come se fossero sardine”, aveva infatti tuonato nella sua nota ufficiale.

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Posizione, questa, condivisa in realtà anche da Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, che ha bocciato senza mezzi termini la proposta della ministra dell’Istruzione Azzolina. “Pensare ai bambini dentro alle gabbie di plexiglas mi fa rabbrividire, è come vederli al guinzaglio o con la museruola”, ha spiegato Pellai, che si oppone ha una soluzione del genere anche perché “il contesto scolastico funziona bene quanto più è naturale”.

Gabbie in plexiglass, è l’idea meno sostenibile

“Quello che ha detto la ministra Azzolina è correlato al fatto che hanno seguito questa strada a Wuhan nel post lockdown, ma l’idea è la meno sostenibile, la meno attuabile, la meno a misura di bambino tra quelle che si possono avere. Era stata proposta anche per i luoghi della ristorazione e per andare in spiaggia questa estate, ma è stata subito accantonata”, ha spiegato lo psicologo. E ha sottolineato, poi, che per un ritorno a scuola in sicurezza una strada che andrebbe realmente percorsa è quella di una strategia condivisa tra i Paesi europei.

scuola in sicurezza - gabbie in plexiglass

“Di fronte a noi abbiamo tre mesi di tempo per fare tesoro delle esperienze anche degli altri paesi. Le decisioni sul ritorno in classe riguardano i bambini di tutta l’Europa. Non abbiamo notizie che le nazioni dove i bambini sono già tornati in classe abbiano adottato il plexiglas. Sarebbe opportuno accordarsi per una strategia condivisa, anche se mi rendo conto che altri paesi non hanno i nostri stessi problemi, come le classi pollaio per esempio”, ha spiegato Pellai.

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Ma lo psicologo è anche molto ottimista: “fermo restando che [i pannelli in plexiglass] sono improponibili per uno spazio abitato dai bambini o dai ragazzi, […] noi siamo dentro un fenomeno che si costruisce giorno per giorno. Settembre è tra tre mesi, ci siamo resi conto di quanto le cose siano cambiate negli ultimi tre mesi?”. Non è da escludere, allora, il fatto che non sarà necessario ricorrere ai divisori per mettere in sicurezza l’ambiente scolastico abitato dai giovani.

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