Adriano Celentano torna su Instagram e lancia un appello: “Convertire le fabbriche…”

Adriano Celentano ricompare sui social e, attraverso il suo profilo Instagram, lancia un appello affinché le fabbriche che producono armi vengano riconvertite in qualcos’altro.

Adriano Celentano – Getty

È dal profilo Instagram “Celentano Inesistente” che il “Molleggiato” ha deciso di lanciare un importante appello chiedendo la chiusura delle fabbriche di armi e definendo le imprese che si occupano di questo settore “un virus, un mostro” che infetta “in nome dell’economia”.

Il messaggio di Adriano Celentano, dunque, è abbastanza chiaro: l’artista vorrebbe l’interruzione definitiva della produzione di armi. Ma il suo pensiero è andato anche a tutti i lavoratori che sono impiegati in queste fabbriche: per loro, il “Molleggiato” ha proposto una soluzione.

Adriano Celentano: “La mafia è un virus”

“Dobbiamo tornare bambini se non vogliamo svegliarci assassini” si legge nel video pubblicato da Celentano e che introduce il suo appello.

Con la voce bassa e gli occhiali scuri, l’artista non ha esitato ad esprimere il suo pensiero usando parole forti nei confronti delle fabbriche di armi.

La mafia è un virus come lo è il razzismo, il bullismo, come lo sono alcune imprese italiane che in nome dell’economia fabbricano le armi per gli assassini all’estero – ha detto Celentano su Instagram – , e questi sono pericolosi capisci, una volta infettati è difficile guarire”.

“Non è come il coronavirus che per farlo morire bastano due metri di distanza, questi no anzi – ha continuato lui – . Per loro più la distanza è grande e più il mostro che è dentro di loro si rinvigorisce”.

https://www.instagram.com/p/CBbY_J5ALwL/

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Adriano Celentano e il pensiero per gli operai

Celentano, tuttavia, è consapevole che la chiusura delle fabbriche di armi implicherebbe la fine del lavoro per molti operai e, anche per questi ultimi, ha proposto una soluzione.

“Certo se la fabbrica chiude, tanta gente perderà il posto di lavoro, ma è qui che si vede l’italiano, ci uniremo in uno solo corpo per sopperire agli stipendi di chi perderà il posto finché il padrone non convertirà la sua fabbrica di morte in un bene per la vita – ha concluso lui – . E io sono certo che gli italiani lo faranno, non so perché, ma sono certo”.

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