Bonomi, concentrarsi sulla ripartenza ed utilizzare i 110 miliardi forniti dall’Ue

Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi auspica che si utilizzino i grandi aiuti che l’Ue ci ha messo a a disposizione per ripartire. No ai bonus a tempo e alla spesa sociale con strumenti improvvisati.

 (Photo credit should read PAOLO COCCO/AFP via Getty Images)

Carlo Bonomi accetta la sfida che la politica da oltre un decennio ha rivolto alle rappresentanze di lavoratori e imprese, di fatto mettendone in discussione il ruolo. Sottolinea l’importanza di una «democrazia negoziale» in cui il confronto con le parti sociali sia continuo. L’idea è contenuta nella prefazione del saggio «Italia 2030: proposte per lo sviluppo», firmata dallo stesso Bonomi. Nel dettaglio il presidente di Confindustria spiega che la democrazia negoziale si deve costruire su un’alleanza stretta tra pubblico e privato in cui vi è dialogo con le imprese, il lavoro, le professioni, il terzo settore, la ricerca e la cultura. Prima di tutto Bonomi auspica che si utilizzino in modo «rapido e massivo le ingenti risorse che l’Ue ci ha messo a disposizione». Stiamo parlando di 110 miliardi utilizzabili dal Paese. Ovviamente l’impiego di fondi come il Mes e il Sure implica un aumento del debito che però secondo Bonomi potrebbe essere riassorbito con una prospettiva pluriennale studiata.

Fase  3: ripartenza delle aziende

Per le misure adottate per la ripartenza si dice favorevole alla riduzione della quota di cuneo fiscale a carico delle imprese ma sfavorevole ai bonus a tempo e alla nuova spesa sociale con strumenti improvvisati. Sì anche alla riforma degli ammortizzatori sociali. L’obiettivo dovrà essere recuperare entro il 2030 13 punti di Pil. L’obiettivo è ambizioso ma non impossibile. Per Bonomi sarebbe necessaria una stagione di riforme “per riequilibrare perimetro ed efficienza della spesa pubblica, riorientare la spesa sociale verso indigenti, giovani e famiglie, affrontare i gap sociali e geografici di reddito e partecipazione al mercato del lavoro che sono diventati esplosivi, riformare il fisco in una prospettiva organica e con tappe pluriennali per renderlo leva e non ostacolo allo sviluppo di imprese e lavoro”.

Queste le priorità per il presidente che si dice propenso ad una visione futura per ripartire. Per quanto riguarda il settore privato sottolinea che durante il lockdown “non è stata una grande idea chiedere alle imprese d’indebitarsi mentre dovevano continuare a pagare le imposte. Inoltre lo Stato non ha reso gli oltre 5o miliardi di debiti che deve ai suoi fornitori”. Le misure a favore delle imprese che sorreggono il Paese per Bonomi sono mancate. Non c’è stato ascolto, non c’è stata la democrazia negoziale. L’augurio per il futuro e per il Paese che il presidente si fa è di riuscire ad instaurare un vero dialogo tra l’impresa e lo Stato,a favore della crescita economica.

 

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