Fondi per il Mezzogiorno, il piano del ministro Provenzano

Finora sono stati utilizzati solo 18 miliardi dei 44 previsti dai fondi giunti dall’Unione Europea. Il ministro per il Sud non vuole perdere questo denaro, anzi cerca di investirlo nel Meridione.

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Ci sono fondi previsti dall’Unione Europea, che per il momento l’Italia non ha ancora utilizzato del tutto. Anzi, a conti fatti ben oltre la metà di questo denaro è ancora nelle casse nazionali e attende di essere investito. Sono i 44 miliardi di euro di fondi strutturali dell’Unione, di cui appena 18 sono stati messi in circolo. Una torta molto appetitosa, sulla quale sta per avventarsi Giuseppe Provenzano. Il ministro per il Sud non vuole far sì che questo denaro vada in fumo, per questo motivo sta pensando a una serie di interventi per ottenere un doppio risultato.

Da una parte c’è l’utilizzo di questi fondi, che in ogni caso vanno sfruttati in quanto già presenti nelle nostre casse. Dall’altra parte c’è la necessità di intervenire in maniera massiccia nel Mezzogiorno, messo ancor più in ginocchio dall’emergenza Covid. Finora c’è stata una grande difficoltà nell’investire i fondi europei al Sud. Tra la burocrazia statale e quella delle regioni, che da una parte è soffocante e dall’altra provoca ritardi. Tra gli egoismi degli enti locali, la paralisi e lo spreco di denaro pubblico, che è ormai un “must” per chi governa a livello locale o nazionale.

Ecco che gli atavici problemi che vive il Sud potrebbero essere risolto grazie al piano che il ministro Provenzano sta valutando. L’impegno che si è assunto il ministro è quello di interrompere quello che è a tutti gli effetti un circolo vizioso, tra il denaro che arriva e la mancata intenzione di investirlo, per tutta una serie di motivi. In questo senso Provenzano è intenzionare a sbloccare quasi tutti i 10,4 miliardi previsti per intervenire nelle aree più svantaggiate del Paese. E i maggiori margini di flessibilità concessi dall’Ue possono senza dubbio agevolare questi investimenti.

Giuseppe Provenzano – meteoweek.com

Provenzano ha dunque serrato le fila, restando in contatto costante con il commissario europeo Paolo Gentiloni. Per quella che è, per sua stessa ammissione, “la più importante riforma della politica di coesione degli ultimi dieci anni”. Una riforma che, come rimarca lo stesso ministro, “va totalmente nella direzione da sempre sostenuta dall’Italia con i governi di qualsiasi orientamento”. Per cambiare le abitudini di un Mezzogiorno che spesso ha investito poco e male i fondi europei. Come si vede nel periodo di bilancio che va dal 2014 all’anno attualmente in corso.

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Qui si vede che, sui 44,7 miliardi messi a disposizione dell’Italia dall’Ue, sono stati attivati progetti per appena 8 miliardi. E il dato è ancor più grave se si considera che i progetti avviati sono quasi 600mila, per una spesa media di 30mila euro. Senza dubbio non si è trattato di interventi adeguati e con orizzonti di crescita. Il piano del ministro Provenzano prevede, oltre al forte investimento per il Sud, anche il ricorso a soggetti competenti che sappiano come e dove investire questi fondi. In modo da consentire al Mezzogiorno d’Italia di tornare a vedere un po’ di luce.

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