Cassa integrazione per tutto l’anno: accordo Movimento 5 Stelle-Pd

I due partiti di maggioranza hanno dato vita a un vero e proprio scambio in vista della riforma da approvare a luglio. Da una parte la cassa integrazione, dall’altra la sospensione dell’obbligo delle causali per i contratti a termine.

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Potrebbe essere arrivata una buona notizia per tutti quei lavoratori che, in questo momento, sono costretti a fare ricorso alla cassa integrazione. Dopo un dialogo durato a lungo, infatti, i vertici di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle sembrano aver trovato l’accordo per un prolungamento del provvedimento. La buona notizia consiste nel fatto che le aziende che ne avranno bisogno, potranno attingere dalla Cig fino alla fine del 2020. Si è trattata di una vera e propria trattativa tra dem e pentastellati, con l’accordo come, come sempre accade, è stato trovato a metà strada.

Da una parte c’era il Movimento 5 Stelle, che ha ottenuto la proroga della cassa integrazione e lo stop ai licenziamenti. Dall’altra parte c’era il Pd, che invece sostiene l’allungamento della sospensione dell’obbligo delle causali per il rinnovo dei contratti a termine, attualmente fissato a fine agosto. Si tratta, anche in quest’ultimo caso, di una dilazione che potrebbe estendersi fino al termine dell’anno. Inoltre, gli esponenti del Partito Democratico spingono anche per introdurre nuovi incentivi alle imprese che assumono dipendenti a tempo indeterminato.

A esporre le tematiche di questa “trattativa” è stata Francesca Puglisi, sottosegretaria al Lavoro con delega sugli ammortizzatori sociali. È in corso un tavolo tecnico con i ministri Catalfo e Gualtieri, rispettivamente del lavoro e dell’Economia. Sono al vaglio alcune misure, ma con l’intenzione di “non lasciare indietro nessuno”. Si attendono gli aggiornamenti sul ricorso alla cassa integrazione da parte delle aziende che ne hanno diritto. Per questo motivo, come sottolinea la Puglisi, “non possiamo stimare esattamente le risorse necessarie alla proroga”.

Il sottosegretario Francesca Puglisi – meteoweek.com

Il sottosegretario parla di una copertura finanziaria stimata di 4 miliardi di euro per la cassa integrazione. Questa “è calcolata sull’andamento di questo periodo di emergenza massima e quindi bisognerà capire se dopo le riaperture di molte fabbriche e attività ci sia stato un calo dell’utilizzo”. Dunque, com’è stato ribadito anche in altre sedi, è possibile che le attività capaci di ripartire in maniera positiva dopo la fine del lockdown non attingeranno più dalla Cig. Anche se per il momento non sembrano esserci elementi positivi da cogliere.

E a sottolinearlo è Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro che attualmente guida l’osservatorio Lavoro e Welfare. Damiano svela che non è stato rilevato un decalage del tiraggio della cassa integrazione. “Evidentemente anche a maggio c’è stato un effetto trascinamento del lockdown e a questo punto bisognerà attendere il dato di giugno”, ribadisce. D’altronde i numeri parlano chiaro e svelano che la Cig è stata a dir poco un’ancora di salvezza per molte attività. Quasi due miliardi le ore autorizzate, di cui un miliardo e 700 milioni solo nei mesi di aprile e maggio.

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E questo non può che avere degli sviluppi terribili sul dato dell’occupazione in Italia. Si parla già di un crollo di circa il 19% delle unità di lavoro equivalenti a tempo pieno. In ogni caso, la Puglisi ribadisce la disponibilità a prorogare la cassa integrazione fino alla fine del 2020. Tuttavia, “non si è deciso se l’allungamento riguarderà tutti o solo le imprese dei settori in crisi più profonda, come ad esempio il turismo, l’automotive o la congressistica”. Sarà inevitabile ragionare su quello che il sottosegretario ribattezza “rischio boomerang”, motivo per cui si spinge anche per lo stop alle causali nei rinnovi dei contratti a termine e gli sgravi al lavoro a tempo indeterminato.

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