La Principessa Eugenia, secondogenita di Sarah Ferguson e del Principe Andrea, ha voluto ricordare sui social l’International Scoliosis Awareness Day. 
La cicatrice della principessa Eugenia
In occasione dell’International Scoliosis Awareness Day, di sabato 27 giugno, la principessa Eugenia ha mostrato su Instagram la cicatrice dell’operazione alla schiena a cui è stata sottoposta quando aveva 12 anni. A corredo dello scatto la seguente didascalia: “Oggi è la giornata internazionale di sensibilizzazione sulla scoliosi. Volevo solo condividere la mia cicatrice e incoraggiare chiunque abbia vissuto qualcosa di simile a condividere la propria con me. Siamo orgogliosi delle nostre cicatrici!”.
Ma non solo, la donna ha anche invitato i follower a taggarla nelle immagini delle Stories per poi condividerle. Un gesto, quello della principessa Eugenia, che non è passato di certo inosservato, con la moglie di Jack Brooksbank che ha in voluto in questo modo invitare le persone a mostrare con orgoglio le proprie cicatrici. 
Il giorno del matrimonio
Un messaggio che la principessa Eugenia ha voluto lanciare ai giovani anche nel giorno del suo matrimonio, celebrato il 12 ottobre 2018. Per l’occasione, infatti, decise di non indossare il velo e mostrare la schiena scoperta in modo tale da far vedere la cicatrice. L’intento, come rivelato dalla secondogenita di Saraha Ferguson nel corso di un’intervista, era quello di lanciare un messaggio ai giovani che si ritrovano a vivere un momento difficile come quello vissuto da lei durante l’infanzia. La principessa Eugenia di York, infatti, a 12 anni è stata sottoposta ad un intervento a causa della Scoliosi.
Ma non solo, in occasione dell’inaugurazione dello Stanmore Building al Royal National Orthopaedic Hospital, la principessa Eugenia di York ha dichiarato: “Durante la mia operazione, durata otto ore, i chirurghi inserirono aste di titanio da otto pollici in ciascun lato della mia spina dorsale e viti da un pollice e mezzo nella parte superiore del collo. Dopo tre giorni di terapia intensiva ho trascorso una settimana in reparto e sei giorni in sedia a rotelle, ma dopo ho potuto camminare di nuovo”.
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Sempre nel corso dell’intervista, pubblicata sul sito dell’ospedale, ha poi aggiunto: “I bambini che stanno vivendo un’esperienza simile possono guardarmi ora e capire che l’operazione funziona. Senza le cure ricevute non avrei questo aspetto: la mia schiena sarebbe incurvata”. 
