Di Maio: “L’Europa ci ha dato i fondi, ora dobbiamo usarli”

Il ministro degli esteri non sembra dubitare delle idee di Conte sul Recovery Fund. “Condivido l’idea di Zingaretti sull’ammodernamento del sistema sanitario. Non rinunceremo a Quota 100”, dichiara Di Maio.

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Luigi Di Maio ne è convinto: dopo le tante parole, è giunto il momento di passare ai fatti. Il ministro degli Esteri ribadisce la propria posizione in una lunga intervista rilasciata per La Stampa. Qui l’ex leader del Movimento 5 Stelle non sembra sbilanciarsi più di tanto sul Mes, ma comunque invita il Governo a investire il denaro già ottenuto. “In questa crisi l’Europa ha risposto – dichiara Di Maio – . La stessa Bce ci ha dato un grande sostegno acquistando i nostri titoli di Stato. Gli strumenti ora ci sono e dobbiamo riconoscerlo. Quindi basta piagnistei, tocca al governo dimostrare di essere all’altezza della sfida”.

In maniera quasi fredda e distaccata, Di Maio dice anche che “il presidente Conte continua a dire che sarà sufficiente il Recovery Fund e noi abbiamo fiducia nelle sue parole”. Anche se non sembra crederci più di tanto. Anche se poi, lo stesso ministro sostiene che “è meglio che io non intervenga direttamente sul tema per non indebolire le trattative”. Ma tornando sul tema Mes, l’ex pentastellato dimostra di pensarla come Zingaretti per alcuni versi. In particolare condivide “l’idea di un ammodernamento di un sistema sanitario che deve essere pubblico e accessibile a tutti”.

“Il sistema sanitario va sostenuto adesso e andava sostenuto anche prima”, sostiene Luigi Di Maio. Anche se c’è una piccola bacchettata sui tempi e sui modi in cui gli aiuti dell’Unione Europa sono stati prima offerti dalla stessa Ue e poi messi in pratica dal Governo. “Gli strumenti europei sono essenziali, ma lo sono anche i tempi. Se ho bisogno oggi di un aiuto e me lodai fra un anno non serve”. Di Maio inoltre non ha problemi “a dire che verso l’operato della Von Der Leyen da parte nostra c’è piena fiducia”. E svela una chiacchierata con il ministro degli esteri olandese, apparso “ragionevole” ai suoi occhi.

In ogni caso, il mantra ribadito dal ministro è “abbiamo ricevuto tanti soldi, ora usiamoli”. E senza girarci troppo intorno, fa capire che nonostante le differenze con gli altri Paesi in termini di età di pensionamento, Quota 100 non si tocca. “Qualcuno comincia a dire che bisogna lavorare di più e togliere diritti ai lavoratori – dichiara – . Io penso il contrario. L’austerity ha creato danni e ha dato vita a un forte sentimento antieuropeo. Ora le cose stanno cambiando. E io so, per l’esperienza fatta con il decreto dignità, che quando aumentano i diritti aumenta anche il lavoro. Su questo non torno indietro”.

Di Maio ribadisce dunque che il Governo sarà “attentissimo a come saranno usati i soldi europei”. E quando gli si chiede delle promesse di denaro a pioggia, il ministro degli esteri risponde ancora in maniera piccata, ribadendo gli impegni assunti al tempo della crisi. “Abbiamo tolto l’Irap nel mese di giugno, l’Imu per gli immobili turistici e poi la Tosap. Non mi sembrano soldi a pioggia. Certo, è arrivato il momento di attivare strumenti di decontribuzione per le imprese”. L’ex grillino sostiene comunque che vanno incentivati gli imprenditori, quindi “bisogna ascoltare il mondo che produce perché è quello che dà lavoro”.

Luigi Di Maio – meteoweek.com

In questo senso si punta fortemente sulla semplificazione del codice degli appalti, il nuovo tema caldo nella scena politica italiana. Ma Di Maio pensa anche ad altro, ovvero a conseguenze in chiave sociale di quanto sta accadendo nelle ‘stanze dei bottoni’. “Il rischio di tensioni sociali c’è, soprattutto se si continuano a usare certi toni, se c’è chi aizza le piazze in modo violento”. Il riferimento a Salvini è chiaro, ma non solo: “Parlo in generale. Perché quando incontro i miei colleghi ministri degli esteri noto le stesse dinamiche. Qualcuno cavalca questa tigre che rischia di divorare tutti”.

Nel corso dell’intervista, Di Maio disinnesca il tentativo di polemica sul caso M5S-Venezuela, facendo capire di aver risposto sul falso scoop di ABC. Sempre a proposito di politica estera, il ministro parla dell’Egitto come di “un interlocutore di cui l’Italia non può fare a meno per i propri interessi strategici, ma il mio primo pensiero resta Regeni”. E sui problemi della Libia l’ex leader pentastellato sostiene che “le interferenze esterne devono cessare e bisogna dare impulso al processo delle Nazioni Unite”, specialmente dopo la conferenza che si è tenuta a Berlino.

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Ma quando si parla con Luigi Di Maio, non si può non parlare di Movimento 5 Stelle. L’ex leader sostiene che ora il movimento è forte e unito e sta “camminando sulle nostre gambe, in un momento di estrema difficoltà per il Paese”. La sua previsione è quella di una permanenza al Governo per altri 20 anni. La chiusura dell’intervista punta su una curiosità: se Di Maio è da diversi anni al Governo, ora fa parte della casta? La sua risposta chiarisce tutto: “Diventi casta quando ai vertici dell’amministrazione pubblica pensi ai tuoi interessi. Io ho pensato sempre a quelli del Paese, tagliandomi pure lo stipendio e la scorta”.

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