Molestie alle borsiste, l’ex giudice Bellomo torna ai domiciliari

L’ex giudice Bellomo deve tornare agli arresti domiciliari. La decisione è stata presa dal Tribunale del Riesame di Bari in sede di rinvio dalla Cassazione che a gennaio aveva annullato al detenzione

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foto di repertorio

L’ex giudice del Consiglio di Stato Francesco Bellomo torna agli arresti domiciliari. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Bari. La vicenda è quella relativa ai presunti casi di maltrattamento su quattro donne, tra cui figurano tre ex borsiste e una ricercatrice della sua Scuola di Formazione. I capi d’accusa sono chiari: Bellomo imponeva loro dress code e codici di comportamento, e avrebbe compiuto un tentativo di estorsione nei confronti di un’altra ex corsista per averla costretta a lasciare il lavoro in una emittente locale. Reati che hanno causato una sorta di ribaltamento della precedente sentenza.

Gli atti giudiziari. La decisione è stata presa dal Tribunale del Riesame di Bari in sede di rinvio dalla Cassazione che a gennaio aveva annullato il provvedimento con il quale, il 29 luglio 2019, il Tribunale del Riesame di Bari aveva revocato gli arresti domiciliari, disponendo la misura alternativa della interdizione per 12 mesi. Bellomo fu arrestato il 20 luglio su disposizione della magistratura barese e ha trascorso così 20 giorni agli arresti domiciliari. Il Tribunale della Libertà ha anche confermato la riqualificazione dei reati contestati da maltrattamenti in concorso in tentata violenza privata aggravata e stalking e da estorsione in violenza privata.

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Il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte

L’ex giudice è a rischio processo: c’è anche minaccia all’attuale premier

Per questa vicenda Bellomo rischia ora il processo perché la Procura di Bari, l’aggiunto Roberto Rossi e la pm Daniela Chimienti, ne hanno chiesto il rinvio a giudizio per i reati originariamente contestati di maltrattamenti estorsione e anche di calunnia e minaccia. Su quest’ultimo capo d’accusa, ci sarebbe come vittima anche l’attuale presidente del Consiglio Giuseppe Conte, all’epoca vicepresidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa. E Concetta Plantamura, rispettivamente ex presidente ed ex componente della commissione disciplinare chiamata a pronunciarsi su Bellomo quando nel 2017 fu sottoposto a procedimento disciplinare, poi destituito.

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