Istat, crollano le nascite e aumenta la fuga dall’Italia

Arrivano i nuovi dati demografici Istat registrati in in Italia: negli ultimi 5 anni sono stati calcolati circa 551mila residenti in meno, con un calo del 4,5% sulle nascite. Aumenta l’esodo dall’Italia, che tocca l’8,1%.

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I nuovi dati Istat sembrano fornire un quadro particolare della demografia italiana, in costante mutamento negli ultimi anni. Calcolando solo l’ultima annata, il 2020 sarebbe iniziato con quasi 200mila italiani in meno rispetto al 2019. E’ quanto rilevato al 31 dicembre 2019 nel Bilancio demografico nazionale dell’Istat. Ma per risalire all’origine del fenomeno di “svuotamento” dell’Italia, è necessario spostare le lancette ad almeno 5 anni fa. Sembrerebbe che dal 2015 ad oggi il Paese abbia perso ben 551mila cittadini italiani. Il dato è da ricondurre ad una serie di motivazioni. Ma appare indicativo il dato riguardante l’emigrazione dall’Italia, che registra una crescita dell’8,1%. Le aree a densità demografica più alta sono quelle poste a Nord-ovest e a Sud. Seguono, poi, centro e Nord-est, per poi giungere alle Isole (con una percentuale dell’11%). Ma a prescindere dai dati assoluti, lo svuotamento sembra toccare l’Italia in maniera eterogenea, focalizzandosi in alcune zone specifiche, come le isole e il Sud Italia. Resta invece contenuto nel Nord-est e nel Nord-est. A spiccare nel calo riguardante la densità demografica sono soprattutto tre regioni: Molise, Calabria e Basilicata. In aumento, invece, la popolazione di Bolzano e Trento. Significativo anche l’incremento registrato in Lombardia ed Emilia-Romagna.

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Questi dati vanno uniti a un altro elemento in grado di diradare la densità demografica italiana: il crollo delle nascite, che registrano un nuovo record con un -4,5%. Di poco in aumento, invece, i decessi. Questo vuol dire che, rispetto al 2018, il 2019 ha registrato circa 19mila nascite in meno. Un crollo legato, anche in questo caso, a diverse motivazioni: dall’aumento dell’età anagrafica media alla riduzione di persone in età feconda, fino a giungere a una diminuzione di stranieri nati in Italia. Rispetto al 2018, il 2019 registra un calo del 3,8% di stranieri nati nel territorio nazionale, per una somma di 62.944. A mantenere sotto la soglia della preoccupazione il rapporto tra nuovi nati e morti è il dato relativo alla popolazione straniera (con un +55.517). Per quanto riguarda invece i cittadini con cittadinanza italiana, il saldo raggiunge picchi in negativo delle -270mila unità. Per quanto riguarda il lieve aumento di decessi, invece, si tratterebbe di un dato fisiologico, inserito in una popolazione dall’evidente invecchiamento demografico. Aumenta anche il numero di persone con cittadinanze diverse da quella italiana. Tra le 194 differenti cittadinanze, spicca innanzitutto quella romena, con 1 milione e 208mila persone. Poi quella albanese (441mila unità), e al terzo posto la cittadinanza marocchina (432mila persone). Segue, con le sue 305mila unità, la cittadinanza cinese. Il 2019, inoltre, registra un ulteriore incremento di cittadini divenuti italiani per acquisizione della cittadinanza, segnando il quadro di un Paese sempre più vecchio ma sempre più multietnico.

 

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