Un’operazione svolta dalla Polizia Postale ha incastrato un gruppo di quattro persone per truffe aggravate, riciclaggio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La comitiva operava anche per via telematica.

Il gip di Milano ha emesso quattro sentenze di misure cautelari nei confronti di un gruppo di truffatori (due uomini e una donna sono in carcere mentre un quarto è stato sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di residenza), con l’accusa di truffe aggravate. Il gruppo è stato indagato per accesso abusivo al sistema informatico, riciclaggio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in concorso. La banda aveva già dei precedenti: in passato, aveva sottratto 230mila euro a una società operante nella gestione della ristorazione. Le truffe erano sia materiali, sia per via telematica. La donna del gruppo inoltre, era riuscita a farsi assumere come collaboratrice domestica da una famiglia a cui aveva rubato assegni portati all’incasso.
Comunicazioni di Milano, con il coordinamento del Servizio
Leggi anche -> I Balcani fanno i conti col Covid. E l’Italia inizia a tremare
Leggi anche -> Migranti, è corsa contro il tempo: caserme e alberghi per isolare i positivi
Oltre a questo però, il gruppo organizzava anche matrimoni combinati con cittadini italiani compiacenti e false adozioni di stranieri maggiorenni. Uno dei matrimoni da loro organizzati era stato sventato dalla Polizia che aveva arrestato il giorno stesso gli sposi e i testimoni proprio mentre si stava celebrando il rito nuziale nella sala consiliare del Comune di Pavia. Nasce da questi episodi, l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina finalizzata a ottenere facili permessi di soggiorno e concessioni illegali della cittadinanza italiana. Al tempo, gli stranieri presenti all’evento furono tutti espulsi. Vi erano poi falsi annunci immobiliari per la locazione di ville o case-vacanza che si rivelavano inesistenti così da truffare centinaia di persone. Una vera associazione a delinquere che prima o poi doveva venire a galla. Adesso i primi tre del gruppo si trovano in carcere con diverse accuse e rischiano di passare la restante parte della loro vita tra le quattro mura.
indagini con il pm Enrico Pavone, coordinato dal procuratore





