Invasione di cavallette in Sardegna: sindaci chiedono stato di calamità

Invasione di cavallette in Sardegna: sindaci chiedono stato di calamità. La zona di Nuoro è quella maggiormente flagellata

Invasione di cavallette in Sardegna: sindaci chiedono stato di calamità
Invasione di cavallette in Sardegna: sindaci chiedono stato di calamità

Sindaci e categorie economiche sarde hanno richiesto lo stato di calamità per contrastare la più terribile invasione di cavallette degli ultimi 70 anni. Un’altra calamità dopo quella dell’emergenza Covid-19 che ha già danneggiato pesantemente l’economia del nostro Paese. Da maggio, le locuste si sono riprodotte vertiginosamente distruggendo 30.000 ettari di colture sull’isola. Ecco perché, dato che il fenomeno sta dilagando in modo preoccupante, gli operatori locali esortano l’intervento urgente dello Stato.

La zona in questione è quella della valle del Triso, in provincia di Nuoro che comprende 13 comuni. In queste zone nelle ultime settimane c’è stata una vera e propria invasione di cavallette che ha preso di mira campi coltivati a foraggio, mais, cereali, ortaggi. Si tratta di insetti giunti da Africa e Medio Oriente.
Secondo la Banca Mondiale questa è la peggior invasione di locuste degli ultimi 70 anni. Anche l’abbandono delle campagne è un fattore determinante per il proliferare dei suddetti insetti.

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Purtroppo per gli agricoltori di fronte a questo fenomeno non vi sono grandi contromisure se non anticipare il raccolto quando possibile o bruciare i campi per uccidere le locuste. Ecco perché le richieste di stato di calamità naturale. “Vanno indennizzati i danni attuali“, dice il sindaco di Ottana (Nuoro) Franco Saba, “e concretizzata un’azione preventiva per evitare che il fenomeno si ripeta nei prossimi anni“. Al momento non è semplice calcolare i danni, anche perché l’invasione è ancora in corso, ma si parla già di milioni di euro.

Tra le soluzioni paventate, lo stanziare fondi per allevatori e agricoltori affinché possano attuare la lotta biologica, arando la terra in autunno cosicché si distruggano le uova delle cavallette che poi si schiuderebbero la primavera seguente.

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