Locatelli: «Epidemia sotto controllo ma c’è allerta. Comportamenti individuali fondamentali»

Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità e la situazione Covid-19 nel nostro Paese. L’Italia, nell’ultimo rapporto, è stata definita “a basso rischio”.

Locatelli epidemia sotto controllo ma c'è allerta

Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, si è espresso in merito all’attuale situazione dell’Italia riguardo il Covid-19 e la sua diffusione: «I casi gravi diminuiti perché troviamo i pazienti entro due giorni dai sintomi. Lo studio con i test sierologico è stato fatto, ma solo la metà dei cittadini hanno risposto. Manca senso civico»

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Servizi territoriali ruolo cruciale

Il Professore, ha parlato dell’ultimo rapporto sullo stato dell’epidemia, dove l’Italia è stata definita “a basso rischio”: «La situazione non è critica ed è sotto controllo. Non smetteremo mai di ricordare in modo ossessivo che i comportamenti virtuosi individuali sono fondamentali. Panico e terrore non hanno senso in questa fase anche se dobbiamo ascoltare i campanelli di allarme». Ed ha poi precisato: «Allerta più che allarme. Sei regioni tra le più popolose hanno un Rt (indica il numero di contagi generato da un individuo infetto, ndr) superiore a 1. Un monito. Il ruolo dei servizi territoriali è cruciale perché il veloce tracciamento dei casi permette di contenere i focolai».

Un sistema affidabile, gli italiani si devono fidare?

Quando i focolai vengono localizzati e chiusi, vengono contattati tutti coloro che hanno interagito con gli infetti, il professore ha spiegato «Il sistema nel complesso sta dando segnali di assoluta affidabilità. Non si può escludere che alcuni contatti sfuggano alla rete di sorveglianza, però non ci sono aree di criticità organizzativa. Anche l’aumento dell’Rt non era inatteso, si sapeva che i valori si sarebbero incrementati. Ed era prevedibile che la curva non sarebbe scesa subito. È importante che si sia stabilizzata considerando la ripresa di tante attività». E per quanto riguarda l’Italia, in rapporto agli altri Paesi: «È la migliore in Europa. Guardiamo cosa sta succedendo a Barcellona, colpita da 700 contagi. Una città più piccola di Roma e meno complicata dal punto di vista della densità abitativa. L’auspicio era di trovarci a metà luglio con un maggiore riduzione di casi e di essere promossi con voti alti. La piena sufficienza soddisfa». E a proposito di voti, l’opinione del professore riguardo la riapertura delle scuole: «La scuola non è una delle priorità, è la priorità con la P maiuscola. Si farà il massimo sforzo per riaprirla».

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Le terapie intensive svuotate

Il Professor Locatelli, interrogato riguardo lo svuotarsi delle terapie intensive, ha spiegato il suo punto di vista: «Non certo perché il virus sia meno aggressivo. È vero, vediamo sempre meno malati gravi, ma dal 29 giugno al 12 luglio su 2.762 positivi ne sono morti 14. Dunque Sars-CoV-2 non ha perso vigore, continua a far male». Ed ha poi aggiunto: «Riusciamo, questo sì, a identificare prima i contagi. Oggi tra comparsa dei sintomi e diagnosi passano 1-2 giorni rispetto ai 5 di marzo».

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