Alex Zanardi sulla via del risveglio: l’ipotesi di trasferimento in un centro all’estero

Dopo un mese di terapia intensiva, il campione paralimpico Alex Zanardi è sulla via del risveglio: a breve il trasferimento in un centro di riabilitazione per il decorso post-operatorio. 

Alex Zanardi - trasferimento all'estero
foto via web

Si è trasformata in tragedia quella staffetta tricolore organizzata per il 19 giugno con amici e atleti disabili del team Obiettivo 3. Ma ora, dopo un mese di lotta nella terapia intensiva dell’ospedale di Siena, Alex Zanardi potrebbe finalmente uscire dal coma farmacologico con cui i medici lo hanno addormentato. Secondo quanto si apprende, infatti, da pochi giorni l’equipe di professionisti che segue le condizioni di salute del campione italiano avrebbe iniziato ad abbassare il dosaggio della sedazione farmacologica. In accordo con la moglie Daniela e il figlio Niccoló, i medici avrebbero dunque dato avvio alla delicatissima fase del risveglio.

Una fase delicata e fondamentale, poiché sarà proprio con il risveglio di Zanardi che sarà possibile capire la reale entità, così come anche l’eventuale gravità, dei danni neurologici riportati alla testa e alla vista a seguito dell’incidente. E sulla base di questo, allora, la famiglia dell’ex pilota di Formula 1 starebbe dunque valutando la struttura più adatta per il decorso post-operatorio, che consisterà in percorso riabilitativo presso un centro specializzato. Secondo quanto viene riportato dai giornalisti di Adnkronos, tra le ipotesi dei famigliari sarebbe stato preso in considerazione un centro estero, una clinica come quella in cui è stato curato Michael Schumacher.

Il terribile schianto, un mese di terapia intensiva e tante operazioni

Alex Zanardi era arrivato all’ospedale di Siena in elisoccorso, in codice d’urgenza a seguito del tragico incidente verificatosi lo scorso 19 giugno. Uno schianto contro un tir che gli ha provocato traumi cranici importanti, così come anche diverse fratture al volto.

alex zanardi incidente 19 giugno
l’incidente del 19 giugno scorso – foto via web

Era stato sottoposto d’urgenza a un primo intervento neurochirurgico, durato ben due ore, disposto dai medici per potergli salvare la vita. Dopo quella prima operazione era seguita la sedazione, poi il coma farmacologico. Per qualche settimana si erano susseguiti i vari bollettini medici sulle sue condizioni, sebbene poi la famiglia chiese più privacy sulla prognosi del campione. E proprio le sue condizioni, nonostante siano rimaste stabili punto di vista metabolico, sono state ritenute gravi dai medici fin da subito, soprattutto da un quadro neurologico.

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Sono stati due gli altri interventi che si sono susseguiti durante questo mese di terapia intensiva: il primo si era reso necessario per ridurre e contenere l’ematoma alla testa; il secondo, invece, ha avuto lo scopo di ricostruire il volto e ridurre le fratture riportate dal campione paralimpico. Soltanto con il suo risveglio, però, i medici potranno capire la reale entità dell’incidente che lo ha visto vittima un mese fa.

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