Migranti, l’estate diventa un incubo. Altri sbarchi a Lampedusa

Continuano gli sbarchi a Lampedusa e la situazione diventa ingestibile: l’hotspot ha una capienza di 95 posti ma è arrivato a più di 650 migranti. Intanto si solleva la protesta degli abitanti dell’isola. Si unisce ai manifestanti anche l’ex senatrice della Lega Nord Angela Maraventano. 

migranti lampedusa
migranti Lampedusa – foto di repertorio

Proseguono gli sbarchi a Lampedusa, che nella notte ha visto arrivare sulle sue spiagge altri 114 migranti. Una situazione ormai sfuggita di mano, con un hotspot allo stremo delle forze: è arrivato ad accogliere più di 650 migranti, a fronte della capienza effettiva di 95 posti. Gli sbarchi della notte scorsa sarebbero legati a più arrivi susseguitisi nel giro di poco. Prima l’avvistamento da parte della Guardia Costiera di un natante con 70 tunisini. Poi la Capitaneria avrebbe rintracciato e agganciato un secondo barcone con a bordo 40 migranti (4 marocchini e 40 originari del Bangladesh). Infine, altre due barche, per un totale di 23 tunisini, giunte direttamente al molo Madonnina di Lampedusa. Su tutti i migranti in questione sono stati effettuati controlli sanitari, prima di essere trasportati all’hotspot ormai allo stremo delle forze. Ieri si è proceduto a smaltire gli ospiti presenti al suo interno, quando circa 520 migranti sono stati trasferiti in altre strutture.

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Ancora sbarchi, scoppia la protesta sull’isola

migranti lampedusa
Angela Maraventano (foto di Mauro Seminara, da Getty Images)

Intanto montano le proteste da parte degli abitanti dell’isola, che hanno manifestato il loro dissenso durante l’ultimo sbarco. I manifestanti hanno testo un cordone lungo il molo per ostacolare l’accesso dei migranti. A quel punto l’ex senatrice Angela Maraventano, leghista storica, si è unita al coro della protesta: “Siamo a rischio occorre trasferire subito queste centinaia di migranti con due aerei”. Intanto è sotto accusa il sindacato di Polizia Fsp a causa dei 25 migranti prima positivi al sierologico e poi negativi al tampone rino-faringeo. Ad attaccare è il sindaco di Lampedusa Totò Martello: “Se da un lato tiriamo un sospiro di sollievo avendo saputo che 25 persone non sono positive al virus, dall’altro mi aspetto che le autorità e gli organismi competenti valutino gli estremi di procurato allarme per la notizia diffusa dal rappresentante della sigla sindacale di polizia che, nella migliore delle ipotesi, ha agito con grave superficialità provocando paura fra la popolazione residente e fra i turisti, nonché un danno all’economia della nostra isola. Bisogna impedire di offuscare l’impegno, la serietà e la correttezza del lavoro che gli operatori delle forze dell’ordine compiono quotidianamente sull’isola, insieme con il personale sanitario e delle associazioni di soccorso”.

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“Pretendo rispetto per la Sicilia”

nello musumeci lampedusa

Eppure, l’emergenza non sembra placarsi. A incalzare anche un altro appello di Alarm Phone: “Alle 5.05 Abbiamo allertato le autorità di una barca con 95 persone in pericolo da 33 ore ma non ci sono soccorsi in vista”. A vigilare la situazione è al momento un mercantile. Alarm Phone aggiunge: “Per quanto saranno lasciate a soffrire e a rischio di affogare? Per quanto potranno sopravvivere?”. Un allarme che si alza proprio a ridosso dell’appello lanciato su Facebook dal presidente della regione Sicilia Nello Musumeci, questa volta rivolto direttamente al Governo: “Avrete già letto dei 100 migranti scappati a Caltanissetta. Si aggiungono ai tunisini scappati a Pantelleria e a quelli evasi dall’hotspot di Pozzallo, i quali, a loro volta, si sommano a tutti gli altri. Nessuno dica che è responsabilità delle forze dell’ordine: fanno tutto quello che possono e siamo loro grati. È semplicemente sbagliato che si faccia finta di nulla da parte del Governo di Roma e che si dica che ‘tutto va bene'”. Poi ancora, il presidente della regione alza la voce: “Pretendo rispetto per la Sicilia, non può essere trattata come una colonia. Abbiamo dato disponibilità e chiediamo reciprocità, ma vediamo che nella gestione del fenomeno migratorio c’è troppa improvvisazione e superficialità”.

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