Fontana indagato: “Sono il presidente che non si è arreso al Covid. Non mi fermo”

“Ho chiesto a mio cognato di rinunciare al pagamento”, queste le parole di Attilio Fontana sull’inchiesta della procura di Milano per la fornitura di camici davanti al Consiglio regionale. 

“Ho riflettuto molto sull’opportunità di intervenire oggi soprattutto per la preoccupazione di dare un’ulteriore cassa di risonanza per polemiche che ritengo sterili e strumentali. Ho deciso di venire qui per riaffermare la verità dei fatti e andare oltre per affrontare le sfide e le opportunità che abbiamo davanti. Abbiamo vissuto e stiamo vivendo una circostanza storica che non dobbiamo dimenticare. L’emergenza Covid è stata uno tsunami per la Lombardia. Sono convinto che alla fine la verità verrà a galla”. Con queste parole è iniziato il discorso del governatore della Lombardia Attilio Fontana davanti al Consiglio regionale riunito per approvare il bilancio lombardo. Fontana è stato inserito nel registro degli indagati nell’inchiesta della Procura di Milano sulla fornitura di camici monouso alla Regione, prima fatturata e poi donata dal titolare della società Dama spa, Andrea Dini, cognato del governatore. Sul caso Fontana risponde affermando che è stata fornita solo un’errata informazione.
“Sono tuttora convinto che si sia trovato un negoziato corretto. Ma poiché il male è negli occhi di chi guarda, ho chiesto a mio cognato di rinunciare al pagamento e di considerare quel mancato introito come un ulteriore gesto di generosità”.

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Il centrodestra appoggia Fontana

Il discorso di Fontana è stato accompagnato dagli applausi della maggioranza di centrodestra. Il governatore leghista ha ripercorso le fasi più importanti dei mesi dell’emergenza per l’epidemia di Covid 19 in Lombardia. Dalla tragedia bergamasca, alla necessità di reperire le mascherine e il materiale per i medici e le Rsa.  “Sono il presidente che non si è arreso al Covid e non lo farà nemmeno adesso”.

Non è disposto a tollerare dubbi sulla sua integrità e su quella dei suoi familiari. Sottolineando che “durante l’emergenza la Regione ha rendicontato ogni euro speso”.  Ma “gli attacchi contro di noi sono stati un grave contraccolpo per la Lombardia”. Il centrodestra applaude mentre la sinistra rimane vigile ed in silenzio. Le stesse opposizioni, che prima dell’inizio della seduta avevano chiesto al governatore di “dire la verità e di rispondere ad alcune domande”. Per adesso  però solo Massimo De Rosa del Movimento Cinque Stelle ha confermato la mozione di sfiducia contro Fontana e la richiesta di dimissioni del governatore. Alla fine del suo discorso Fontana  e i leghisti si sono alzati in piedi sventolando bandiere verdi con il simbolo della Lombardia, la Rosa camuna,  inneggiavano al governatore. Adesso sarà la magistratura a stabilire le responsabilità e la trasparenza di Fontana.

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