Salvini senza mascherina? Bisogna avere il senso dello Stato, dice Speranza

Il ministro della Salute Roberto Speranza intervistato a Radio anch’io su Rai Radiouno ricorda l’importanza di tener ben presente le misure di prevenzione per evitare nuovi focolai da coronavirus: “Ci sono misure essenziali, che non possono essere messe in discussione se non vogliamo vanificare i risultati ottenuti”.

speranza salvini

Il ministro della Salute Roberto Speranza, intervistato da Radio anch’io su Rai Radiouno, ha colto l’occasione per ribadire l’importanza delle misure di prevenzione anti coronavirus che, anche e soprattutto in questa fase, non vanno prese sotto gamba. Così il ministro snocciola l’elenco che ormai conosciamo bene, a cui bisogna sempre prestare attenzione: “Uso della mascherina nei luoghi chiusi, distanziamento e divieto di assembramento, lavaggio frequente delle mani restano fondamentali anche in questa fase profondamente diversa da quella del lockdown”. Un memorandum che forse arriva proprio in risposta delle recenti polemiche mosse dal leader della Lega Matteo Salvini. Proprio nella giornata di ieri 27 luglio è arrivata al Senato la sua protesta contro il prolungamento dello Stato d’emergenza. Ed è arrivata in pieno stile provocatorio: Salvini si sarebbe rifiutato di indossare la mascherina in Senato, dove è intervenuto durante un convegno sul coronavirus. Il leader della Lega si sarebbe opposto nonostante le sollecitazioni degli addetti di Palazzo Madama.

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A tal proposito, Speranza ora commenta: “In questi mesi non ho fatto polemica con nessuno e continuo a pensare che sia importante non dividersi su questioni fondamentali. Ci sono misure essenziali, che non possono essere messe in discussione se non vogliamo vanificare i risultati ottenuti”. Si tratta di regole che non possono e non devono essere strumentalizzate, sottolinea Speranza: “Queste regole sono essenziali, non possono essere messe in discussione. Bisogna avere senso dello Stato e delle istituzioni“. A conferma del fatto che non bisogna abbassare la guardia, anche il modo in cui l’Italia sta gestendo la riapertura delle frontiere: “Siamo tra i pochi Paesi al mondo che hanno imposto l’obbligo di quarantena a tutti i cittadini che negli ultimi 14 giorni sono stati in Paesi extraeuropei o extra Schengen”. Perché? “Si tratta di un provvedimento duro ma necessario allargato anche a due Paesi europei come Bulgaria e Romania, che vivono una situazione sanitaria tutt’altro che semplice”. Così, chi arriva in pullman dai Paesi attenzionati sarà sottoposto a controlli sanitari per evitare, in ogni modo, i famosi contagi di ritorno: “Tutte le Regioni stanno organizzando controlli e l’indicazione del governo è di farli e di assicurarsi che venga rispettato l’obbligo di quarantena”.

Il convegno, Andrea Bocelli: “Mi sono sentito umiliato dal lockdown”

Matteo Salvini speranza

Il convegno, legato al no di Salvini alla mascherina, è stato organizzato dall’Osservatorio permanente sulle libertà fondamentali, e vede tra i principali promotori il senatore Vittorio Sgarbi. Così Salvini ha fatto da portavoce a quello che è stato definito come “il convegno dei negazionisti Covid”: “C’è la sensazione di essere in un ritrovo di carbonari, di negazionisti. Ma la libertà di pensiero è il primo bene a rischio qui in Italia: io però se uno mi allunga la mano per salutarmi, mi autodenuncio e la mano gliela do comunque. Basta coi bollettini del contagio: sono terrorismo mediatico“. Al convegno hanno partecipato anche Alberto Zangrillo, Matteo Bassetti, Maria Rita Gismondo, Massimo Clementi, Giuseppe De Donno e il professore Paolo Becchi. Inoltre sono stati presenti anche alcuni costituzionalisti, tra cui Sabino Cassese, Giovanni Guzzetta e Michele Ainis, preoccupati dal frequente ricorso da parte del Governo ai Dpcm.

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Infine, personaggi in vista provenienti dagli ambiti più disparati, e tra loro anche il tenore Andrea Bocelli, che però rifiuta l’etichetta di “negazionista”: “Non si tratta di essere negazionisti, si tratta di ricercare il buonsenso. Io mi sono sentito umiliato e offeso dal lockdown e per questo, l’ammetto, ho disobbedito, sono uscito di casa nei mesi scorsi nonostante i divieti. (…) Ho chiamato vari leader politici per confrontarmi con loro: Matteo Renzi, lo stesso Salvini, Silvio Berlusconi, tutti quelli che conoscevo insomma, nel tentativo di creare un fronte trasversale, fatto di persone di buon senso, per fare qualcosa tutti insieme. Ora, però, spero che il Governo ci pensi prima di prendere nuove misure, di stabilire nuove chiusure. Non posso pensare alla celerità con la quale sono state chiuse le scuole mentre le discoteche si sono di nuovo riempite. Perciò mi preme rivolgere un appello: bisogna riaprire le scuole e riprendere i libri in mano. Non posso pensare che i nostri ragazzi, io ho una figlia di 8 anni, debbano trovarsi in classe con la mascherina”. Eppure, una pizzico di negazionismo spunta ugualmente: “Conosco tanta gente, ma non conosco nessuno che sia andato in terapia intensiva: perché tanta gravità?”.

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