A Lampedusa gli sbarchi continuano: l’isola rischia il collasso

Lampedusa continua a veder arrivare nuovi migranti clandestini a bordo dei barconi. Il tutto mentre l’isola si riempie anche di turisti. Tuttavia nessuno è stato lasciato senza acqua, cibo o letto. E nessuno è uscito dal centro.

lampedusa

La situazione in quel di Lampedusa continua a essere critica. Non si fermano, infatti, gli sbarchi dei migranti clandestini che arrivano dal Nord Africa alla ricerca di un mondo migliore. Si tratta, come spesso accade, di migranti in transito dalle coste meridionali della Sicilia, ma per il momento la situazione resta grave. E il tanto chiacchierato hotspot presente a Lampdedusa, che prevede 192 posti per i clandestini in arrivo, è arrivato a contenerne anche mille. Ma si potrebbe parlare, in un certo senso, di una situazione a parte rispetto alle altre che vi stiamo raccontando.

A differenza di altri centri di accoglienza, come ad esempio quello di Porto Empedocle, da qui nessuno ha tentato la fuga. E il lavoro dei volontari e degli altri dipendenti fa sì che l’hotspot non sia ancora giunto al tanto temuto collasso. Il tutto mentre la struttura continua a ospitare molte più persone di quante ne potrebbe in effetti contenere. Nel frattempo la Guardia di Finanza è al lavoro in maniera incessante per bloccare gommoni e barchini contenenti migranti, l’ultimo stoppato all’alba di oggi. Ma nel pomeriggio di ieri si sono verificati altri tre sbarchi, per un totale di 66 persone arrivate a Lampedusa.

Ma come abbiamo detto, sull’isola il lavoro prosegue in maniera incessante e senza sosta. Anche perchè, nonostante i grandi problemi legati al numero di migranti in arrivo, non c’è tempo per fermarsi e lamentarsi per la situazione. Almeno questo è quello che fa intendere Gian Lorenzo Marinese. Il presidente di Nova Facility è anche il gestore del centro di accoglienza di Lampedusa, dopo aver vinto l’appalto presso la prefettura di Agrigento. E dalle sue parole emerge tutto l’orgoglio per il lavoro svolto in maniera quasi eroica dai suoi dipendenti presso l’hotspot.

L’hotspot di Lampedusa – meteoweek.com

“Dire che l’hotspot è al collasso è un insulto per le 120 persone che ci lavorano giorno e notte – ha dichiarato Marinese – . È una situazione senza precedenti, aggravata dal Covid. Ma nessuno è stato lasciato senza acqua, cibo o letto. E nessuno è uscito dal centro. A paragone con le tensioni in paese del 2011 è indubbio che la macchina stia funzionato. L’emergenza è in Tunisia”. Il tutto mentre non c’è soluzione di continuità allo sbarco di migranti clandestini sull’isola di Lampedusa. E nel frattempo, non mancano altri arrivi, ovvero quelli dei turisti che vogliono concedersi una vacanza.

E mentre Abiel Ghere, protection officer delle Nazioni Unite, parla di Lampedusa come di “un modello di cui essere fieri”, il lavoro prosegue. Marinese ha ammesso che, almeno per una questione di impatto sul lavoro dell’hotspot, “è meglio uno sbarco da 1000 persone che 100 da 10”. Anche perchè, come ribadisce il gestore del centro di accoglienza, “tante procedure diverse rallentano i tempi”. Ma nel frattempo ci sono i numeri a far ben sperare su quella che è la gestione dei tanti migranti transitati in questi giorni da Lampedusa. Numeri che vengono espressi proprio dal gestore dell’hotspot.

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Marinese, infatti, ha fatto sapere che “3300 persone delle 4000 arrivate sono state già collocate altrove grazie a prefettura, questura e Viminale”. E i dipendenti del centro di accoglienza di Lampedusa non si ferma, nonostante gli arrivi siano incessanti e soprattutto spezzettati. E le situazioni stratificate, con lo sbarco anche di persone in preda a turbe psichiche o altri problemi di salute, obbligano a un lavoro supplementare. Ma almeno per il momento, il “modello Lampedusa” sta continuando a reggere in maniera sufficiente.

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