Il rapporto conflittuale tra Salvini e le navi nel Mediterraneo

Dalla Sea Watch alla Gregoretti, sono numerosi gli episodi di “porti chiusi” da parte di Salvini, come responsabile del Viminale.

Processo a Salvini i numerosi episodi di porti chiusi dell'ex ministro

Il sì del Senato al processo per l’ex ministro Matteo Salvini, ha visto bocciato l’ordine del giorno presentato da Forza Italia e Fratelli d’Italia, che chiedevano di negare la richiesta di autorizzazione a procedere. All’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini è contestata l’ipotesi di sequestro di persona per 131 migranti, rimasti 4 giorni sulla nave militare prima dello sbarco ad Augusta il 31 luglio 2019.

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Il caso Diciotti, le similitudini

Un altro caso simile è quello Diciotti, un’altra nave della marina militare che nell’agosto 2018 restò ferma per giorni con 144 migranti. Il Tribunale dei ministri chiese al Senato anche in quell’occasione l’autorizzazione a procedere, ma Salvini venne graziato dal voto del Movimento 5 Stelle e la richiesta venne respinta. Oggi però la situazione politica è cambiata: il governo giallo-verde non c’è più, il M5S si è schierato per il processo.

Il punto di vista di Matteo Salvini

Salvini ha sempre dichiarato che i blocchi erano fatti per costringere l’Europa a farsi carico dei migranti, e prendersi dunque le proprie responsabilità. Ha sostenuto di aver agito mettendo il resto del governo a conoscenza delle sue decisioni, senza ricevere alcuno stop, nemmeno dal premier Conte. Anche se mentre nel caso Diciotti si oppose al processo, nel caso Gregoretti chiede di avere un chiarimento, in tribunale, sulla legittimità della sua azione. Secondo il Movimento 5 Stelle, nel caso Gregoretti, Salvini non si coordinò con il resto del governo. È invece opinione del Pd che Salvini doveva essere processato sia per il caso Diciotti che per il caso Gregoretti.

Matteo Salvini a processo ong sbarchi migranti

La Sea Watch e Carola Rackete

Il caso più famoso, che balzò prepotentemente alla cronaca, è quello riguardante la Sea Watch e la comandante Carola Rackete del 30 giugno 2019. La nave Sea Watch, battente bandiera olandese (gestita dall’Ong tedesca Sea Watch) entrò nel porto di Lampedusa violando il divieto e l’alt della Guardia di Finanza. La comandante Rackete venne fermata dalle autorità italiane ma il Gip di Agrigento la rimise in libertà non convalidando l’arresto.

Dalla Aquarius alla Lifeline

Il primo caso invece risale ad inizio giugno 2018: la Aquarius di Sos Mediterranee e Medici senza frontiere. Avevano 268 profughi a bordo. Salvini mise il veto allo sbarco e la nave venne prese in carico dalla Spagna che fece scendere i migranti a Valencia. A metà giugno invece, la nave Ong tedesca Lifeline, con a bordo 230 migranti, venne lasciata in mare aperto per quasi una settimana dopo che l’Italia rifiutò di farla entrare in un suo porto. Approdò poi a Malta il 27 giugno, dopo che nove paesi dell’Ue (oltre a Malta, Italia, Francia, Irlanda, Portogallo, Belgio, Olanda e Lussemburgo) accettarono di accogliere ciascuno una quota di migranti.

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