Reggio Calabria: in manette sei esponenti della cosa Labate

Operazione “Cassa continua”. Coinvolta anche dipendente comunale interdetta per 12 mesi. Sequestrata l’impresa funebre “Croce amaranto”.

sei in manette per ndrangheta a reggio calabria

Sono finiti in manette diversi esponenti ‘ndranghetisti della cosca Labate, accusati di estorsioni e detenzione di armi, ricettazione, aggressione, trasferimento fraudolento di valori, che hanno il controllo della zona Gebbione nella città di Reggio Calabria. L’indagine, iniziata nel 2017, scaturisce a seguito dell’arresto di Francesco Toscano avvenuto nel giugno dello stesso anno, dopo il rinvenimento di armi d’assalto e da guerra; da lì, viene avviata un’attività di intercettazioni telefoniche e ambientali che ha portato gli inquirenti a risalire alla “cosca Labate” conosciuta anche con il nome “Ti Mangiu”. I carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria, coordinati dalla Dda di Reggio Calabria, hanno dunque fermato sei persone, di cui quattro sono finite in carcere e due agli arresti domiciliari. Interdizione dai pubblici uffici per 12 mesi per Antonia Messina, reggina 66enne, dipendente del Comune di Reggio Calabria. I carabinieri hanno inoltre sequestrato in via preventiva tutti gli elementi presenti nel patrimonio aziendale di una nota impresa di onoranze funebri denominata “Croce Amaranto” che aveva base a Reggio Calabria. Gli elementi di indagine racchiudono ed attualizzano le risultanze investigative anche di altre inchieste, quali “Bumma”, “Roccaforte” ed “Eterna”, e delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia.

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