Jesolo, migranti in protesta: blindata la sede della Croce rossa

Jesolo, ancora blindato il centro della Croce rossa: sono almeno 50 gli agenti che, giorno e notte, controllano la struttura e tengono a bada le sommosse dei migranti. 

Jesolo, migranti in protesta-
Jesolo, migranti in protesta – foto via La Nuova di Venezia

Non si fermano le proteste dei migranti a Jesolo. La sede della Croce rossa è ancora blindata, e monitorata giorno e notte da almeno una cinquantina di agenti. Le forze dell’ordine stanno infatti presidiando il centro migranti per impedire che qualcuno violi la quarantena, e scappi dalla struttura mettendo a rischio la salute pubblica. Una situazione, quella dell’emergenza migranti, che congiunta alla pandemia di Covid-19 sta creando non pochi problemi sia a Sud che a Nord.

Per impedire lo scoppio di nuovi focolai, tutti gli agenti sono stati allora impiegati per presidiare il centro, lasciando di fatto la città scoperta in caso di altre necessità cittadine. “Da una settimana a Jesolo se qualcuno chiama il 113 non trova una volante disponibile, tutte le forze sono state concentrate davanti alla sede della Croce rossa. Non è possibile che tutti i poliziotti siano costretti a fare la guardia alla spiaggia per 24 ore al giorno. Non è questo il modo di lavorare, la tensione è arrivata alle stelle”, ha spiegato il segretario provinciale del sindacato di polizia Siulp, Diego Brentani.

E, continua il segretario, pare che dal ministero non sia stato disposto alcun tipo di rinforzo. “Nemmeno un uomo in più, senza contare che per noi non ci sono neanche i soldi per pagare i cinturoni. La questione migranti è al limite – prosegue – da Lampedusa i colleghi ci dicono che gli hub stanno esplodendo, presto verranno redistribuiti ovunque. Come faremo a contenerli? In questi giorni per la questura di Marghera ne sono già passati una cinquantina di nuovi, con che forze possiamo gestire questa nuova ondata?”, ha esternato preoccupato Brentani.

Ancora proteste: migranti vogliono lasciare il centro

E nella giornata di ieri, nuova protesta nella struttura di via Levantina. Dopo le prime manifestazioni di giovedì, dove i migranti che chiedevano di lasciare il centro sono stati contenuti dalle forze dell’ordine schierate in tenuta antisommossa, ieri si è riproposto lo stesso scenario. Manifestanti che, da dietro il cancello, gridavano aiuto, esponendo anche due striscioni: la richiesta, si legge, è quella di voler uscire, perché non affetti da Covid.

croce rossa blindata - migranti in protesta a Jesolo
Croce rossa blindata, migranti in protesta a Jesolo – foto via Il Gazzettino

Ma la situazione è molto più complessa e delicata di quel che si possa immaginare. “Per poter uscire dal centro è indispensabile che queste persone siano tutte negative, con i 4 positivi riscontrati a metà quarantena tutto è ripartito da zero. Questa vicenda conferma la difficoltà nel gestire i migranti in questa struttura, sappiamo che è difficile individuare altre aree ma è opportuno svuotare la Croce rossa il prima possibile”, ha infatti spiegato il sindaco Valerio Zoggia.

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E non a caso, a far scoppiare l’ennesima rivolta è stato proprio l’arrivo dei dei tecnici del Dipartimento di prevenzione dell’Ulss 4 che doveva sottoporre i richiedenti asilo a un nuovo tampone. I migranti si sono opposti ai test, ed è stata necessaria una trattativa di quasi quattro ore prima di poter procedere con la somministrazione dei tamponi. Prima che possa arrivare un responso effettivo sulla loro “dimissione”, è però necessario aspettare l’esito delle analisi. Soltanto se nessuno di loro risulterà positivo i migranti potranno finalmente uscire dal centro presso il quale stanno ora scontando l’isolamento.

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