Trovata morta nel bagno di un residence, sospetto truffa prima del suicidio

L’imprenditrice 48enne si è tolta la vita in un residence a Cattolica. Ma qualcosa non convince gli inquirenti: la donna potrebbe aver subito una truffa il giorno prima del suicidio, causato dai debiti

foto di repertorio

Si sarebbe uccisa perché schiacciata dai debiti e incapace di reagire dopo le ultime mosse infelici sul piano finanziario. Ma a dare il colpo di grazia all’imprenditrice Oxana Lazovskai, di 48 anni, sarebbe stata una truffa di cui sarebbe stata vittima il giorno prima di morire, sulla quale indagano gli inquirenti. Una vicenda dai contorni ancora tutti da chiarire quella sulla morte della donna trovata senza vita l’altro pomeriggio in un residence a Cattolica, la città dove viveva. Ma Oxana era molto nota anche a Pesaro, dove aveva sposato Andrea Marinelli, noto imprenditore che aveva perso la vita oltre un anno fa.

Quello di Oxana è senza dubbio un suicidio. La donna è stata trovata nella vasca da bagno con le vene tagliate, era morta dissanguata. Come riportano i giornali locali, però, rimangono ancora molti aspetti da chiarire. Le cause del suicidio sarebbero dovute nello specifico a difficoltà finanziarie causate dal coronavirus e dal blocco delle attività. I carabinieri cercano di capire le ragioni del gesto dell’imprenditrice ricostruendo gli ultimi spostamenti. In particolare, si cerca di capire il motivo definitivo che ha spinto l’imprenditrice all’insano gesto. E’ sotto attenzione un viaggio fatto a Milano il giorno prima del tragico gesto.

La testimonianza delle amiche: “Ha subito una truffa”

Le amiche della 48enne – ascoltate nelle ore immediatamente successive – erano a conoscenza del fatto che la donna quarantottenne stava vendendo l’appartamento per far fronte ai debiti. Sarebbe stato questo il motivo dell’appuntamento di Milano, funzionale a questa operazione.

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Ma vi è un altro particolare balzato all’attenzione degli inquirenti e tutto da verificare. Secondo le amiche, che hanno raccontato alcuni aspetti determinanti ai fini dell’indagine, l’imprenditrice sarebbe partita da Rimini con 25mila euro. In cambio ne avrebbe ricevute 50mila ma le banconote erano false. Una truffa, dunque, che potrebbe aver causato la reazione estrema della donna. Questa ricostruzione, tuttavia, resta da verificare: gli inquirenti non hanno rinvenuto soldi falsi nelle ore successive al suicidio e in seguito alle perlustrazioni.

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