Gli arresti in Bielorussia, la repressione violenta della polizia

Violenza e scontri in Bielorussia contro i risultati delle elezioni presidenziali. Sono state arrestate circa seimila persone. Il governo è accusato di una repressione violenta.

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Le manifestazioni in Bielorussia continuano. La gente è in piazza per protestare contro i risultati delle elezioni presidenziali in cui è stata dichiarata una vittoria in larga scala, con oltre l’80% dei voti, al presidente uscente Alexander Lukashenko, che governa il paese dal 1994. Le accuse sono quelle di irregolarità da parte dell’opposizione. Le proteste sono state represse dal governo con violenza. Per le strade sono state rastrellate in modo indiscriminato, persone pacifiche, ne sono state arrestate oltre 6.000 in tre giorni.

Un secondo morto tra i manifestanti

Il ragazzo si chiamava Alexander Vikhor, mercoledì 12 agosto, nella città sud-orientale di Gomel, è stato arrestato e condannato a dieci giorni di carcere per aver partecipato ad una manifestazione non autorizzata. Secondo quanto dichiarato dalle autorità il ragazzo è morto mentre si trovava in carcere a causa di un malore. Alexander aveva problemi cardiaci e secondo quanto dichiarato dalla madre non avrebbe partecipato a nessuna manifestazione ma sarebbe stato arrestato mentre andava dalla sua fidanzata. Nella notte fra il 10 e l’11 agosto c’era stato un primo morto negli scontri fra polizia e manifestanti: il ministro dell’Interno aveva detto che un uomo era morto mentre cercava «di lanciare un ordigno esplosivo non identificato contro membri delle forze dell’ordine» che gli sarebbe «esploso in mano».

Violazione dei diritti umani

Sono stati dichiarati dal ministero dell’Interno bielorusso, circa tremila arresti dopo le manifestazioni di lunedì notte, duemila dopo quelle di martedì e altri mille mercoledì. I dati sono stati confermati dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, che ha condannato la repressione violenta delle proteste. Un numero così alto di arresti, tra cui ci sarebbero anche minorenni, secondo Bachelet è una «chiara violazione degli standard internazionali sui diritti umani». Chiedendo il rilascio di tutti i manifestanti detenuti illegalmente, Bachelet ha poi aggiunto: «Ancora più preoccupanti sono le notizie di maltrattamenti durante e dopo la detenzione». Venerdì i ministri degli Esteri dell’Unione Europea si riuniranno per discutere la possibilità di imporre sanzioni alla Bielorussia.


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Sui social network circolano molti video che mostrano i poliziotti sparare ad altezza uomo ai manifestanti, con proiettili di plastica. Altri video di violenti pestaggi. La tv di stato bielorussa, secondo quanto scrive il Guardian, mercoledì ha mostrato le immagini di alcuni manifestanti, con lividi sul viso, interrogati dalla polizia. Una voce fuori campo chiedeva: «Quindi continuerete a fare una rivoluzione?». I manifestanti arrestati rispondevano scuotendo la testa.

Un’altra manifestazione è avvenuta mercoledì, vicino ad un mercato della capitale Minsk. Centinaia di donne vestite di bianco con dei fiori in mano hanno creato una catena umana per protestare contro la violenza della polizia e gli arresti.

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Il “Teatro Libero Bielorusso”, un gruppo teatrale critico nei confronti del governo, ha dichiarato che due dei suoi membri sono stati arrestati e detenuti in condizioni disumane. «I nostri dirigenti Svetlana Sugako e Nadezhda Brodskaya sono stati incarcerati rispettivamente per 10 e 13 giorni» le parole di un tweet sul profilo del gruppo. Le persone arrestate si troverebbero in celle di 3 metri per 4, che contengono 36 persone nel blocco femminile e 50 in quello maschile.

A Brest, città al confine con la Polonia, la polizia ha dichiarato di aver utilizzato proiettili veri negli scontri. Il ministero dell’Interno ha precisato che era stata una reazione a un’aggressione dei manifestanti con sbarre d’acciaio. In un successivo comunicato del ministero è stato rimosso il riferimento diretto alle munizioni. Da domenica sarebbero almeno 200 i manifestanti rimasti feriti, alcuni anche gravemente. Secondo quanto riportato dal Guardian, decine di giornalisti hanno subito delle aggressioni da parte degli agenti per poi essere arrestati.

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Il presidente Lukashenko e l’avversaria Tikhanovskaya

Nel frattempo il presidente Lukashenko ha rigettato ogni accusa di brogli e ha definito i manifestanti come «persone con un passato criminale e attualmente disoccupate». Mercoledì, dopo un blackout di quasi tre giorni, che era già iniziato a intermittenza durante il voto di domenica, internet è tornato a funzionare.

Svetlana Tikhanovskaya, la principale avversaria di Lukashenko, era stata arrestata prima di riuscire a raggiungere la Lituania, dopo essere andata al comitato elettorale per lamentarsi dei risultati e aver denunciato i brogli. Dopo il rilascio della donna è stato diffuso un video che sembrerebbe realizzato durante la sua prigionia, in cui Svetlana Tikhanovskaya legge un testo in cui chiede ai manifestanti di obbedire alla legge» e di non partecipare alle proteste.

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