Coronavirus, a Hong Kong il primo caso di reinfezione umana

Il soggetto era guarito dal Covid-19 lo scorso mese di aprile. È andato in vacanza in Spagna e ha contratto nuovamente il virus. Per la prima volta, dunque, avviene un caso di reinfezione.

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Arriva dal continente asiatico una notizia che di certo non ci lascia tranquilli. Un uomo originario di Hong Kong ha infatti portato alla luce il primo caso di reinfezione da Coronavirus. Il soggetto 33enne avrebbe infatti contratto il Covid-19 per la seconda volta, dopo essere guarito dal primo contagio. A renderlo noto è la rivista scientifica internazionale Clinical Infectious Diseases, in un articolo che verrà pubblicato nei prossimi giorni. Dunque ha avuto luogo il primo caso di reinfezione da nuovo Coronavirus anche tra gli esseri umani.

Ma andiamo ad analizzare con ordine la situazione del soggetto originario di Hong Kong. L’uomo aveva contratto per la prima volta il Covid-19 nel mese di aprile, al punto da finire ricoverato in ospedale. Dopo alcuni giorni di permanenza, era stato dimesso non appena l’ultimo tampone eseguito aveva dato esito negativo. Così il 33enne era convinto di aver superato una volta e per tutte il virus. Ma il pericolo di una reinfezione era dietro l’angolo e si è materializzato sotto forma di viaggio all’estero. Per la precisione, per le vie della Spagna.

In occasione del Ferragosto, infatti, l’asiatico si era recato nella nazione iberica per trascorrere alcuni giorni di vacanza. Al ritorno a casa a Hong Kong, però, ha dovuto fare i conti con l’amara sorpresa. Il tampone, eseguito per forma precauzionale su richiesta del governo della ex colonia britannica, ha dato ancora una volta esito positivo. Per questo motivo è stato costretto a ricorrere nuovamente all’isolamento obbligatorio. In ogni caso gli scienziati vogliono vederci chiaro su questa situazione, anche perchè finora si tratta solo di un’anticipazione di stampa.

Il tampone incriminato che ha dato esito positivo – meteoweek.com

I ricercatori di Hong Kong hanno lavorato, secondo le indiscrezioni della rivista, sui due virus che hanno infettato il 33enne. Non si tratterebbe di virus identici, per questo motivo ci sono gli estremi per poter parlare di reinfezione. Il dottor Kelvin Kai-Wang To, microbiologo clinico presso l’Università di Hong Kong, sostiene che “i risultati dimostrano che la sua seconda infezione è stata causata da un nuovo virus che ha acquisito di recente, piuttosto che da una prolungata diffusione virale“. Questa è la conseguenza dello studio dei due virus che hanno colpito l’uomo.

Tra le altre cose, il ceppo di Coronavirus che ha colpito il 33enne è quello che circola in Europa dal mese di luglio. Qualcosa di completamente diverso rispetto a quanto circolava nel continente asiatico durante la primavera. Per questo motivo si tratta di un caso di reinfezione a tutti gli effetti, del tutto diverso da quanto è accaduto in passato. I casi precedenti, infatti, erano fondamentalmente delle ricadute oppure momenti di presenza latente del virus in profondità nei polmoni. Questa parte di virus non veniva riscontrata nei tamponi per poi tornare “a galla”.

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Questo è dunque il primo caso di reinfezione da Coronavirus tra gli esseri umani, ma potrebbe non essere l’unico. Dagli Stati Uniti, infatti, arrivano notizie di casi molto simili a quello che è venuto a galla a Hong Kong. Tuttavia, questo è un caso un po’ diverso in quanto il 33enne era risultato negativo al test sierologico. Per questo motivo viene da pensare che non avesse sviluppato anticorpi e che quindi potesse essere ancora vulnerabile. Ma ora potrebbe essere giunto il momento di correre ancora una volta ai ripari.

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