Tensioni a Los Angeles, agenti uccidono afroamericano: 20 i colpi d’arma da fuoco

Nuove proteste e forte la tensione negli Stati Uniti: due agenti della polizia hanno ucciso un afroamericano a Los Angeles. Il tenente parla di “20 colpi di arma da fuoco sparati in modo impreciso”.

Los Angeles agenti uccidono afroamericano
agenti uccidono afroamericano: le proteste scoppiate nella notte a Los Angeles – foto via ABC News

A riportare la notizia è stato il Los Angeles Times. Secondo quanto si apprende, le autorità hanno affermato che la vittima avrebbe preso a pugni in faccia uno degli agenti, dopo essere stato bloccato durante un inseguimento. Dalla reazione dell’uomo, allora, sarebbe scoppiata la sparatoria.

Qualche ora dopo il verificarsi dell’episodio, una folla è scesa in strada manifestando e chiedendo spiegazioni in merito all’accaduto. Tra i protestanti c’erano anche dei rappresentanti del noto mobimento “Black Lives Matter”, i quali avrebbero accusato gli agenti di aver sparato all’uomo senza alcun tipo di giustificazione. Poco dopo la mezzanotte locale, poi, sarebbero stati circa 100 manifestanti i che hanno iniziato a marciare verso la stazione dello sceriffo, sulla Imperial Highway, luogo in cui è proseguita la protesta.

Prima l’inseguimento, poi la sparatoria

Brandon Dean, tenente del Dipartimento dello sceriffo della Contea di Los Angeles, ha raccontato che i due agenti stavano guidando su Budlong Avenue, quando avrebbero visto un uomo in bicicletta violare il codice stradale. Dean ha però riferito di non sapere quali fossero le infrazioni dell’uomo. Sarebbero però valse, quanto meno per gli agenti in servizio, un acceso inseguimento, dato che l’afroamericano avrebbe poi abbandonato il mezzo a due ruote per dirigersi, correndo, a nord della Budlong. L’inseguimento sarebbe durato – spiega ancora il tenente – per circa un isolato, fino a che l’uomo non è stato acciuffato al 1200 di West 109th Place.

Los Angeles agenti uccidono afroamericano
agenti uccidono afroamericano: le proteste scoppiate nella notte a Los Angeles – foto via Daily Sabah

Una volta bloccato, pare che l’afroamericano abbia dapprima preso a pugni gli agenti, cercando di divincolarsi, poi abbia lasciato cadere a terra alcuni vesiti: proprio da quel fagotto, però, sarebbe apparsa una pistola. In quel momento, allora, gli agenti avrebbero aperto il fuoco uccidendo l’uomo. L’identità della vittima non è stata però ancora rivelata ufficialmente, ma sarebbe stata descritta dai media come “un uomo di colore sulla trentina”. La famiglia si sarebbe però già fatta sentire, e sarebbe emerso il nome di Dijon Kizzee.

Agenti uccidono afroamericano con 20 colpi di arma da fuoco

Il tenente avrebbe riferito che vittima sia stata colpita “più di 20 volte in modo impreciso”. In questo frangente è intervenuto anche un testimone, Gerardo De La Torre, ragazzo di 18 anni che stava giocando ai videogiochi nella sua camera da letto, quando ha sentito almeno 10 spari seguiti da diverse urla. Uscito immediatamente dalla sua abitazione, avrebbe visto un gruppo di persone confrontarsi con gli agenti. In meno di cinque minuti, avrebbe riferito, sono sopraggiunte 12 auto della polizia a sirene spiegate, che si sono fermate proprio all’incrocio dove giaceva a terra, morto, l’uomo.

Nemmeno 3 mesi fa un’altra sparatoria si era verificata sempre sulla stessa strada, davanti casa sua. Ci sono ancora i segni lasciati dai proiettili sulla sua staccionata. “Non mi piace quello che sta succedendo qui ultimamente”, ha detto il ragazzo, confessando ai media di aver in mente di trasferirsi per raggiungere suo fratello a San Francisco.


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Un altro testimone, un uomo di 68 anni, ha invece raccontato di non aver visto la vittima tenere in mano la pistola. Gli investigatori devono ancora interrogare gli agenti coinvolti nella sparatoria, così come molti altri testimoni. Mancano ancora da esaminare anche i video di sorveglianza e alcuni video da cellulare che potrebbero aver ripreso l’accaduto. “Dateci il tempo di condurre le nostre indagini”, ha detto il tenente alla stampa. “Raccoglieremo tutte le prove del caso e alla fine le mostreremo”.

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