Vergallo: “I casi attuali di Covid non sono meno gravi di quelli di marzo”

Secondo quanto fatto sapere da Vergallo, presidente di Aaroi-Emac, i casi di Covid attuali non sarebbero meno gravi di quelli che si contavano a marzo. E a preoccupare è anche l’aumento dei ricoveri in terapia intensiva.

covid terapia intensiva
Vergallo sui casi di Covid attuali – foto di archivio

“La curva epidemica si sta alzando, e così anche il numero di persone ricoverate in terapia intensiva, che hanno un’età media più bassa. E i malati di Covid-19 che vengono ricoverati in questi reparti non sono meno gravi di quelli arrivati a marzo o aprile”. Queste le parole di Alessandro Vergallo, presidente nazionale di Aaroi-Emac (Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani). Fondamentale, allora, non abbassare la guardia, soprattutto in vista del periodo autunnale che, come di consueto, porta con sé malanni e influenze tipiche della stagione.

Coronavirus, il patogeno non si è indebolito

Dal presidente dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani, Alessandro Vergallo, viene dunque un importante appello a non sottovalutare la ripresa dei contagi – che ieri si assestavano a 1.695 nuovi casi. Parole, le sue, che si presentano come in ampio contrasto con chi afferma che, allo stato attuale delle cose, contrarre il virus sia meno pericoloso rispetto a qualche mese fa.

A parlare di un “virus meno aggressivo”, infatti, era stato proprio il medico di Berlusconi, Alberto Zangrillo, che si occupa soprattutto dei casi più gravi della malattia, di coloro cioè che finiscono in terapia intensiva a causa del Covid-19. E anzi, pare piuttosto concreta la possibilità di un aumento delle persone nei reparti speciali. “I pazienti che arrivano in terapia intensiva hanno sviluppato la malattia come nei mesi di inizio della pandemia. Non ci convince chi dice che il patogeno si è indebolito”, spiega dunque Vergallo.

E prosegue, ancora: “Non ci convince quanto detto da alcuni in questi mesi che il virus sia diventato meno aggressivo. La curva epidemica sta risalendo, così come i casi in terapia intensiva, che hanno un’età media più bassa. Per fortuna siamo lontani dal livello di allarme rosso dei mesi di marzo e aprile, grazie al contenimento sociale”.


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Nel frattempo, però, il premier Conte ha reso noto che l’Italia non correrà il rischio di un altro lockdown. Mentre dal ministro della Salute, Roberto Speranza, arrivano nuove informazioni in merito al vaccino. “Sul vaccino anti Covid stiamo investendo il più che possiamo e penso che le energie che si stanno mettendo in campo porteranno presto a risultati incoraggianti. Abbiamo un contratto con AstraZeneca, che produce il cosiddetto candidato vaccino Oxford il cui vettore virale è fatto a Pomezia e che verrà infilato ad Anagni, e se dovesse andar bene le prime dosi ci saranno consegnate già alla fine dell’anno”, ha spiegato infatti alla Festa del Fatto Quotidiano.

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