Si può creare un virus senza lasciare tracce? Ecco cosa dice l’esperto

Si può creare un virus senza lasciare tracce? Ecco cosa dice l’esperto. Ralph Baric risponde a un quesito che molti si pongono

Si può creare un virus senza lasciare tracce? Ecco cosa dice l'esperto
Si può creare un virus senza lasciare tracce? Ecco cosa dice l’esperto

È possibile creare un virus in laboratorio senza lasciare tracce? È questa la domanda che in molti si pongono, alla quale il microbiologo Ralph Baric (uno dei più grandi studiosi di Coronavirus al mondo e tra i maggiori esperti nella costruzione di virus sintetici) ha risposto nella trasmissione Presa Diretta. La puntata andrà in onda questa sera alle 21:20 su Rai3. Baric è anche autore del noto esperimento del 2015 di cui si interessò il tg Leonardo. Baric ha spiegato che sì, “si può ingegnerizzare un virus senza lasciare nessuna traccia. Le risposte che cercate però potete trovarle solo dentro gli archivi del laboratorio di Wuhan”.

Dunque sarebbe falso che le manipolazioni dei virus in laboratorio si vedrebbero, come spesso si è sentito ripetere in questi mesi, per ciò che concerne le misteriose origini del Covid-19. Questo perché da circa 10 anni nei due laboratori più attrezzati al mondo del North Carolina e di Wuhan si usano tecniche sofisticate, denominate “seamless”, che consentono di mixare materiale genetico di diversi tipi di virus senza lasciare tracce nelle giunzioni tra una parte e l’altra.

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Se vuoi“, spiega Baric, “puoi scegliere di lasciare una traccia, una specie di firma del tuo intervento. Un po’ come dire, questo virus è stato fatto nel laboratorio del professor Baric. Nella chimera che abbiamo realizzato in America nel 2015 col virus della Sars, insieme alla professoressa Zheng-li Shi dell’Istituto di Virologia di Wuhan, avevamo lasciato delle mutazioni-firma, per cui si capiva che era frutto di ingegneria genetica. Ma, altrimenti non c’è nessun modo di distinguere un virus naturale da uno realizzato in laboratorio”.

Tale chimera era parte di un progetto di ricerca finanziato anche dall’NIH americano per esaminare i virus dei pipistrelli. A tal proposito, gli studiosi cinesi e americani avevano piazzato nel virus della SARS la proteina Spike, ossia quella proteina che permette al morbo di addentrarsi nelle cellule umane. Da qui era venuto fuori un virus molto potente, in grado di attaccare l’uomo.

Alla domanda se esclude che il Covid19 sia una chimera fatta in laboratorio, Baric ribatte:“Non con i virus che sono stati sequenziati e riportati fino ad oggi”. E aggiunge che i database sono pubblici e “le sequenze si possono scaricare. Poi però, non posso sapere se i ricercatori pubblichino ogni singola sequenza. Come potrei saperlo? Ci sono milioni di sequenze di virus…”.

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Nei database“, prosegue Baric, “c’erano le sequenze di un gran numero di coronavirus di pipistrelli simili alla SARS identificati in Cina. E in quell’enorme bacino, ci si poteva immaginare che ci fossero dei ceppi che avrebbero potuto crescere bene nelle cellule umane. La domanda nella comunità scientifica era quindi: se emerge un nuovo ceppo è in grado di causare un’epidemia o deve passare attraverso una serie di mutazioni? A questo serviva quell’esperimento del 2015, e ora sappiamo che esistono nei pipistrelli dei virus che sono pre-programmati per saltare da una specie all’altra. Se lo fanno, si riprodurranno bene negli esseri umani. In quel caso non abbiamo avuto accesso ai virus in Cina, tutto quello che avevamo era la sequenza: si può sintetizzare chimicamente la sequenza del virus in laboratorio e poi ricreare il virus”.

Se Sars-Cov-2 possa essere uscito dal laboratorio di Wuhan o meno non lo sapremo mai probabilmente, perché non è mai partita alcuna indagine internazionale.

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