Francia, a 8 anni diventa transgender: “Non mi chiamo più Baptiste”

A 8 anni diventa transgender e cambia nome a scuola: la storia di Lilie viene direttamente dalla Francia. “Non mi chiamo più Baptiste”, ma allʼanagrafe si rifiutano di cambiargli il nome. 

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Francia, diventa transgender a 8 anni foto di repertorio

Se da un lato la Francia è scossa dall’ultima decisione dei giudici in merito ai diritti dei transgender (la corte ha infatti stabilito mercoledì che una donna trans non può essere ufficialmente riconosciuta come madre biologica del bimbo concepito con sua moglie), dall’altro è costretta ad aprire gli occhi davanti la storia coraggiosa di una bambina di soli 8 anni. A spiegare la storia alle fonti locali sono stati gli stessi genitori di Baptiste, che oggi si fa chiamare Lilie.

“Non mi chiamo più Baptiste, sono Lilie”

La coppia ha raccontato ai media come uno dei loro figli aveva cominciato a mostrare, ormai da qualche tempo, forti segni di depressione, sostenendo spesso di voler morire. La rivelazione da parte del minore sarebbe arrivata lo scorso febbraio, per la quale il piccolo Baptiste ammise davanti alla mamma e al papà che quel malessere era dovuto al sentirsi una bambina prigioniera in un corpo maschile. Oggi Baptiste si chiama Lilie.

La sua famiglia, residente a Aubignan (nel Sud della Francia) sta lottando con tutte le sue forze per permettere alla piccola Lilie di vincere la sua battaglia. E il primo successo è arrivato già a scuola, presso la quale è riuscita a farsi cambiare nome. “All’inizio l’amministrazione scolastica non era molto convinta. Ci si domandava se Lilie fosse cosciente di tutto questo o se, invece, non fosse stata convinta da noi o addirittura suggestionata”, ha spiegato il padre ai giornalisti de La Stampa.

A seguire il percorso della bambina è stato uno psicologo, che ha accompagnato la piccola Lilie per alcuni giorni in aula fino a dare l’ok definitivo all’ufficio scolastico. E ora che la bambina ha deciso di farsi crescere i capelli e di farsi i buchi per indossare gli orecchini, la depressione sta finalmente passando.


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E alle domande scettiche che vengono poste ai genitori in merito alla “coscienza sessuale” della loro figlioletta, il padre risponde prontamente: “Anche noi ci siamo fatti tante domande e siamo andati a consultare delle associazioni Lgbt qui in zona. Ci hanno spiegato che a quell’età la coscienza esiste eccome da quel punto di vista. E poi io mi sono detto: a 8 anni lo sapevo benissimo che ero un maschio”.

Eppure, sebbene anche nel paesino in cui abita la famiglia la notizia sembra essere stata accolta con naturalezza, all’anagrafe ancora non hanno dato il via libera al cambio di nome ufficiale. “Dicono che è troppo presto e che bisogna aspettare. Noi lotteremo“, ha sottolineato il padre di Lilie.

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