Nuovo stadio della Roma, un consigliere inchioda Virginia Raggi

Cristina Grancio, consigliere DemA Gruppo Misto, fa sapere che il progetto del nuovo stadio della Roma è illegittimo. In particolare si pone l’accento sui lavori che circondano l’area di Tor di Valle.

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Il progetto del nuovo stadio della Roma – meteoweek.com

Torna a tenere banco il tema relativo al nuovo stadio della Roma. Il nuovo impianto a disposizione della formazione giallorossa, appena acquistata dal magnate americano Friedkin, dovrebbe sorgere nel quartiere di Tor di Valle. Tuttavia, c’è chi critica aspramente l’intenzione da parte del primo cittadino della Capitale, Virginia Raggi, di portare avanti questo progetto. E a giocare a carte scoperte sono direttamente i consiglieri comunali, i quali contrastano aspramente l’idea di dare il via alla costruzione del nuovo stadio della Roma.

A prendere la parola è stata in particolare Cristina Grancio. Si tratta di un consigliere che appartiene al Gruppo Misto, e che ha scritto una lunga nota in cui sembrerebbe svelare un vero e proprio bluff da parte della Raggi. In primis, la Grancio rende nota la prossima riunione della Commissione Capitolina Trasparenza, che riguarda proprio il nuovo stadio di Tor di Valle. “Non vorrei – dichiara il consigliere – che l’opposizione offra, come fu per il Consiglio Straordinario sullo stadio che si tenne nell’inverno 2017, la sola opportunità, tutt’altro che trasparente, per consentire di portare in aula per la discussione un atto che la maggioranza in realtà non vuole, salvo il sindaco e pochi altri“.

Del resto le dimissioni del Presidente della Commissione Urbanistica – prosegue la Grancio – , proprio nel momento cruciale, insospettiscono fortemente sul fatto che la stessa non volesse assumersi la responsabilità di qualcosa che ad oggi è tutt’altro che chiaro“. Dunque la situazione appare tutt’altro che trasparente. Anche perchè, in base a una relazione circolata ad agosto, traspare “la poca chiarezza che intercorre nei rapporti fra amministrazione e proponente“. Secondo il consigliere “nulla sembra essere cambiato da un anno a questa parte se il fatto che ci si avvia a chiusura del mandato del sindaco e quindi i tempi stringono“.

Dopodichè Cristina Grancio parte con l’analisi degli aspetti che, secondo lei, risultano poco chiari. In primis l’interpretazione di utilizzabilità dell’area riguardo al rischio idrogeologico. Nel passaggio dedicato a questo tema, il consigliere fa capire che il concetto di utilizzabilità viene interpretato “in modo sibillino, non rispondendo alla domanda che lui stesso si pone nel merito del mancato rispetto delle norme relative al PAI – sovraordinate il PRG – afferenti alla necessità di garantire l’idoneità alla trasformazione dell’area anche al fine dell’approvazione della variante urbanistica al PRG vigente“.

Virginia Raggi messa spalle al muro – meteoweek.com

Si passa poi alla seconda questione: “Il proponente offre la garanzia c.d. Corporate, rilasciata in pratica dalla società capogruppo di cui fa parte il medesimo obbligato. Non si ritiene che l’Amministrazione possa accettarla e si ritiene che il proponente possa aver metabolizzato tale impedimento“. Un passaggio che la Grancio non riesce proprio ad accettare. E si chiede: “Ma cosa vuol dire? Carta vince carta perde? Cosa farà l’amministrazione? Nella sostanza la garanzia della capienza finanziaria per realizzare le Opere Pubbliche, il proponente vorrebbe offrirla attraverso una società di cui lui stesso fa parte?“.

E poi c’è l’ultimo passaggio, quello che forse fa saltare maggiormente sulla sedia. È quello relativo ai lavori di urbanistica, in particolare l’unificazione della Via Ostienze con la Via del Mare e il programma di potenziamento del trasporto ferroviario prima della messa in esercizio del nuovo stadio. Se in un primo momento si è parlato di un pubblico interesse per l’intervento, in seguito si parla di progetto non finanziabile. “Questa è una problematica pesantissima che doveva emergere nello studio di fattibilità al nuovo progetto dello stadio di Tor di Valle“, tuona la Grancio.

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Insomma tutto sembra muoversi a favore del proponente – conclude la Grancio – , con l’unica garanzia al momento che lo stesso proponente è sotto processo per corruzione. Il sospetto dopo quello che si è letto è che qualcuno voglia giocare con l’amministrazione a “carta vince carta perde” ben consapevole che non è certo l’amministrazione a tenere in mano il banco e che a perdere saranno di certo i cittadini di Roma“.

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