Tredicenne abusata dal patrigno: lo sfogo nel tema d’italiano ha incastrato l’orco

Una ragazzina di soli 13 anni è stata costretta a subire abusi dal patrigno per almeno due anni: fondamentale il suo sfogo in un tema d’italiano a scuola. L’uomo è stato condannato ieri a 5 anni di reclusione.

Tredicenne abusata dal patrigno
Pordenone, tredicenne abusata dal patrigno – foto di repertorio

Una grave storia di abusi in famiglia, quella portata all’attenzione dei media locali. Come si apprende dalle fonti, infatti, ieri è arrivata la condanna a 5 anni di carcere con rito abbreviato per violenza sessuale su minore a un uomo che, per anni, ha abusato della sua figliastra. Fondamentali per aiutare la minorenne sono state le parole scritte su un tema di italiano a scuola: non un racconto dettagliato, ma indizi che hanno fatto insospettire subito l’insegnante.

L’orco incastrato da un tema di italiano

La vicenda, spiegano le fonti, che si dipana nell’arco di qualche anno, in un periodo che va dal 2014 al 2016, in cui la vittima va in terza media, avendo sui 13 anni. Lo sfondo è quello di una famiglia ricomposta, in cui la madre trova e pensa di convivere con un nuovo compagno. Ma è proprio quel patrigno che, nel giro di qualche tempo, inizia ad interpretare i panni di un orco, di un mostro che abusa di quella bambina che avrebbe dovuto invece essere sua figlia. Nasce così, ci viene raccontato, una relazione malata, in cui la minorenne sarebbe stata addirittura consenziente. Una storia di consensi, però, che non convince affatto in sede giudiziaria.

Quegli abusi sono durati fino a quando la vicenda non è giunta in Tribunale. A far scattare le indagini sarebbe stata l’insegnante di italiano che, in un componimento affidato alla classe come compito di terza media, avrebbe letto tra le righe della vittima degli indizi preoccupanti. Come riportato dalle fonti, sui quei fogli di carta la giovane aveva ricostruito gli episodi in terza persona, ma è stato inevitabile per la maestra ricollegare il tutto a un’esperienza personale.


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Sarebbe stato in Tribunale, allora, che l’uomo si sarebbe difeso affermando che la ragazzina era consenziente, che anche per lei erano normali quelle carezze e quei contatti intimi. Pochi sono i particolari emersi della vicenda, allo scopo di tutelare la vittima, ma ieri la vicenda ha finalmente trovato una conclusione giudiziaria davanti al gup di Pordenone Monica Biasutti (pm Monica Carraturo): una condanna a 5 anni di carcere con rito abbreviato dell’orco per violenza sessuale su minore.

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