“Licenziato per troppe assenze Covid: non è tutelato dalla legge”, dice il Fatto Quotidiano

Licenziato per assenze Covid: l’intervento degli ispettori. Ma non sarebbe applicabile nessuna tutela di legge per le patologie post virus. Il benservito è stato ratificato dopo 180 giorni a casa

Licenziato per troppe assenze covid: la richiesta di tutela – meteoweek.com

Il ministro Catalfo ba avviato l’ispezione nell’azienda della distribuzione che ha lasciato a casa un dipendente per aver esaurito il “comporto” di sei mesi di assenza. Motivazione: covid. Ma il Cura Italia non aveva previsto che tanti guariti dall’infezione si ritrovassero poi alle prese con patologie correlate che richiedono ulteriori cure. Il membro di Medicina Democratica Agnoletto boccia totalmente la scelta- “Si riconosca che il virus è straordinario anche dal punto di vista clinico e si estendano le tutele”.

Il problema resta dunque per i “post-covizzati”, un esercito dalla consistenza oggi sconosciuta, ma potenzialmente rilevante, che si sta anche organizzando in associazioni per rivendicare tutele sul lavoro a partire dalle assenze imposte dai postumi del virus. Perfino la Lombardia ha stabilito di soccorrere questa platea di persone prorogando fino al 31 dicembre la gratuità delle visite e degli esami di controllo. Sul piano clinico è infatti riconosciuto che un’ampia casistica di problemi sanitari covid-correlati allungano il periodo di malattia avvicinando chi ne è affetto alla soglia del licenziamento. La legge però non la disciplina diversamente dalle altre. “Dopo sei mesi di assenza, il dipendente può essere licenziato per giusta causa, come succede, purtroppo, a chi ha un tumore”. Il Covid, però, sarebbe una malattia diversa e straordinaria: di qui la necessità di modificare alcuni punti salienti della legge.

Il Ministro invia gli ispettori, tanti lavoratori temono per l’attuale legge

Saranno gli ispettori inviati dal Ministero, secondo quanto ricostruito da Il Fattoquotidiano.it, a verificare la vicenda del dipendente di un supermercato licenziato dopo 180 giorni di lotta contro il Covid. L’uomo aveva in tasca un certificato di infortunio riconosciuto dall’Inail. Il ministero ribadisce che il “Cura Italia” ha inserito una specifica norma per escludere i giorni di malattia Covid-19 dalle assenze. In realtà la vicenda è più complessa e non ci sarebbe tutela, al momento, per questo. A salvare il licenziato potrebbe essere soltanto il certificato Inail.

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“Le persone che sono sopravvissute a una patologia mortale, che hanno già subito traumi e stress di ogni tipo – aggiunge Agnoletto – non possono vivere nell’incubo di un licenziamento che equivale a gettarle in un’altra condizione disastrosa. Mi sembra molto strano che il legislatore non sia ancora intervenuto, è ora che riconosca l’eccezionalità della malattia. Nessuno si scandalizzerebbe, credo, visto che ci sono già dei malati che stanno protestando per avere questa tutela”.

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