“Tracciamenti, Immuni, assistenza delle Asl? Tutte balle”: la denuncia shock

L’ex candidato presidente della Regione Liguria Ferruccio Sanza racconta la sua esperienza: è scontro con le Asl. 

Ferruccio Sansa, il consigliere regionale della Liguria che ha denunciato la mancanza di funzionamento dei presidi Covid
“Altro che Immuni. Altro che tracciamento. Vi promettono che tracciano i contatti dei malati: balle. Vi raccontano che useranno la app Immuni: fantascienza. Vi dicono che vi seguiranno mentre siete malati a casa: aspetta e spera. Una rivelazione che spaventa, ma anche un attacco a testa bassa nei confronti del sistema sanitario. In questo caso parliamo di quello ligure, perchè la dichiarazione così netta arriva da parte del consigliere regionale ed ex candidato presidente della Regione Liguria per l’alleanza centrosinistra-M5S Ferruccio Sansa. Lui stesso, ieri pomeriggio su Facebook, ha raccontato la sua esperienza con il covid dopo che uno dei suoi figli lunedì scorso è risultato positivo al tampone. “La Asl ci ha convocato per il tampone in auto. Noi e i nonni. La persona che ci ha telefonato non ha fatto alcun tracciamento di nostro figlio e nemmeno dei nostri contatti. Ha chiesto soltanto che scuola fa. Nessuna domanda sulle palestre che frequentiamo, il calcio, gli scout. Zero. Per fortuna ci abbiamo pensato noi ad avvertire subito tutti” ha argomentato Sansa – “Abbiamo chiesto se possiamo comunicare i dati di Immuni visto che abbiamo scaricato la app tutti quanti. Risposta: Immuni? non sappiamo cosa bisogna farne. Da allora comincia il vuoto” prosegue il racconto di Sansa. “La Asl scompare. Non richiama più. Non risponde alle telefonate. Arriva l’esito di alcuni degli esami: io risulto negativo ma ho 38 di febbre da giorni. Non sento più gli odori, respiro male e ho le ossa rotte. Mia moglie ha avuto la febbre per giorni, ferma a letto spossata. L’olfatto azzerato. Ha il covid? I sintomi ci sono ma dopo quattro giorni attende ancora l’esito del tampone”. Ferruccio Sansa aggiunge anche: “Non voglio pigliare scorciatoie. Voglio seguire il percorso di un cittadino qualsiasi. Allora chiamo la ASL. Una, dieci, venti volte. Il centro covid non risponde. Il centralino allarga le braccia: “Mi spiace, è un disastro”. Il numero verde della Regione non esiste più. C’è solo il 112″.
Un racconto che va venire i brividi, e a cui è arrivata una risposta quasi immediata. Il Dipartimento di Prevenzione e la Direzione Sociosanitaria di Asl3 ha infatti risposto con una nota: “La presa in carico del cittadino sospetto o positivo COVID da parte della ASL – al fine di rendere efficace l’azione diagnostico terapeutica – avviene tramite due diverse modalità di segnalazione: la notifica da parte di laboratorio  pubblico o privato di positività oppure tramite il medico di famiglia o pediatra di libera scelta attraverso il portale Poliss nel caso in cui il medico ritenga che il paziente pur non necessitando di ricovero ospedaliero non possa essere seguito dallo stesso direttamente per motivi ponderati. Nel caso rappresentato dal consigliere Ferruccio Sansa – prosegue la nota –  risulta siano state espletate tutte le procedure previste dai protocolli COVID 19 che prevedono la presa in carico della persona risultata positiva al tampone, l’intervista del caso per raccogliere informazioni sulla storia clinica e gli eventuali ulteriori contatti stretti del caso. Accertata la positività del caso si è provveduto a mettere in sorveglianza attiva i contatti stretti programmando i due tamponi di verifica, di cui il primo è già stato eseguito. Nessuna ulteriore richiesta da parte del medico di famiglia ad oggi risulta pervenuta al Dipartimento di Prevenzione o agli Uffici della Direzione Sociosanitaria. Sarà comunque nostra cura e premura – conclude la nota -contattare il medico della famiglia Sansa per verificare eventuali necessità di supporto, tuttora non espresse, nella gestione dei pazienti che allo stato attuale ci risulta siano direttamente seguiti, come peraltro si cita nella nota.”
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