Il Governo proroga l’emergenza, ma si dimentica della ripresa economica

Il Governo giallorosso ha recentemente prorogato lo stato di emergenza, ma ancora non ha presentato il piano per il Recovery Fund.

Il Governo proroga l'emergenza, ma si dimentica della ripresa economica
Giuseppe Conte, presidente del Consiglio. Credit: Giuseppe Conte Facebook

Continua lo stato di emergenza, riprendono le chiusure anticipate. Dall’inizio della pandemia milioni di italiani, tra cui i proprietari delle piccole e medie imprese, i commercianti, gli artigiani, combattono contro la profonda crisi economica che si sta abbattendo su tutto il mondo.

Ancora una volta nel testo del nuovo Dpcm – firmato questa mattina, martedì 13 ottobre – a rimetterci sono solo alcune attività specifiche. Locali, bar, ristoranti, pasticcerie e gelaterie, oltre a subire il peso della mancanza di turismo, dovranno abbassare le serrande in anticipo. E il bersaglio è di nuovo la cosiddetta movida, ovvero i gruppi di consumatori che quei locali li fanno sopravvivere.

I dati del Fmi

In un simile immaginario, è difficile intravedere una ripresa economica. Anzi, secondo diversi imprenditori quando terminerà il blocco dei licenziamenti e verranno interrotti gli aiuti da parte dello Stato – ad esempio la cassa integrazione – la situazione non farà altro che precipitare. Stando alle proiezioni realizzate dal Fondo monetario internazionale (Fmi), nel prossimo anno l’Italia rischia una caduta del Pil del 10,6 per cento.

In realtà si tratta di un leggero miglioramento, rispetto al rapporto estivo che segnava 2,2 punti percentuali in meno. Ma è comunque peggio delle stime del governo che nella Nadef ha scritto -9 per cento con l’approvazione in linea di massima di Bankitalia e Upb. Per il prossimo anno, la ripresa globale è indicata al 5,2% e quella italiana allo stesso livello, con un peggioramento del rimbalzo di 1,1 punti percentuali che si spiega con la minore contrazione del 2020. Il debito pubblico, secondo le stime, potrebbe arrivare a superare il 150 per cento del Pil.

Le linee guida del Recovery Fund

Il panorama non è idilliaco, per questo risultano fondamentali ora i fondi del Recovery Fund, da investire nel futuro del nostro Paese. Durante il pomeriggio di martedì 13 ottobre il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato che le linee guida del piano di investimento sono state già mandate al Parlamento. “Sulle linee guida noi già ci stiamo, ha detto il premier in conferenza stampa da Palazzo Chigi. Per quanto riguarda i singoli progetti, come ha chiarito, bisogna aspettare la scadenza di fine gennaio.

Al momento le 38 pagine e 32 slide proposte dall’esecutivo racchiudono diversi temi. Dalla crescita dell’occupazione di 10 punti percentuali “per arrivare all’attuale media Ue del 73,2 per cento, contro il 63 per cento dell’Italia”, all’aumento degli “investimenti pubblici per portarli almeno al 3 per cento del Pil“, passando per il raddoppio del “tasso medio di crescita dell’economia italiana (0,8 per cento nell’ultimo decennio), portandolo quantomeno in linea con la media Ue del 1,6 per cento”.

Prima che queste misure vengano messe in pratica, tuttavia, bisogna aspettare la definizione dei progetti specifici su cui investire il denaro. Poi serve l’ok degli stati membri dell’Ue e infine bisognerà attendere i fondi, la cui emissione non è prevista prima di giugno 2021.

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