Covid, la Gran Bretagna decide: quarantena di 14 giorni per chi arriva dall’Italia

La Gran Bretagna annuncia nuove strette per limitare l’arrivo di eventuali contagi dall’estero. All’interno di queste nuove misure, un provvedimento che riguarda l’Italia: è stato predisposto l’obbligo di quarantena di 14 giorni per chi arriva nel Regno Unito partendo dall’Italia. 

gran bretagna frontiere covid - meteoweek.com
(Foto di Chris J. Ratcliffe, da Getty Images)

La notizia della stretta riguardante le misure di contenimento del virus arriva proprio a causa del recente aumento di contagi, che avrebbe portato l’Italia ad esser depennata dalla lista dei “corridoi turistici“. Immediata la misura della Gran Bretagna, che spera in questo modo di proteggersi dai contagi provenienti dall’estero: è stato predisposto l’obbligo di quarantena di 14 giorni per chiunque provenga dall’Italia e voglia rientrare nel Regno Unito. Uguale misura è già stata applicata nei confronti della Spagna, della Francia e della maggior parte degli altri Paesi europei. A dare la notizia sul nuovo provvedimento è il Guardian, che sottolinea: il provvedimento coinvolge sia gli italiani diretti verso il Regno Unito, sia i britannici di ritorno. L’obbligo di quarantena dovrebbe scattare alle 4 di domenica mattina. Si tratta, comunque, di un aumento della sorveglianza di carattere bilaterale, visto l’incremento dei contagi registrato da ambo le parti: di recente anche l’Italia ha disposto una stretta nei confronti dei cittadini britannici, che ora saranno obbligati a presentare il tampone negativo all’aeroporto (effettuato 72 ore prima dell’arrivo). Inoltre è necessario ricordare che prima dell’arrivo in Gran Bretagna è necessario lasciare indirizzo e contatti telefonici all’interno di un modulo, in modo da permettere alle autorità di verificare, a campione, il rispetto della quarantena. La multa, in caso di infrazione, può arrivare fino a mille sterline.


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(Foto di Chris J. Ratcliffe, da Getty Images)

Nel frattempo peggiora sempre più la situazione in Gran Bretagna, che opta per la linea dura: a Londra, da sabato, sarà proibito incontrare amici al chiuso (sia all’interno di casa propria, sia all’interno di pub e ristoranti). A chiedere un’azione immediata al governo, il sindaco di Londra Sadiq Khan, che ha anche invitato tutti ad utilizzare il meno possibile i mezzi pubblici. Le misure sono state ufficializzate anche tramite un aumento del livello di allerta, da 1 a 2. Mentre il livello 1, infatti, consente di incontrare fino a un massimo di sei persone al di fuori del proprio nucleo famigliare e prevede il coprifuoco alle 10 per pub e ristoranti, il livello due (alto rischio) prevede invece quanto sopra elencato: divieto di incontrare al chiuso persone al di fuori del proprio nucleo famigliare. Il livello tre consiste, invece, in una sorta di lockdown: completo divieto di socializzazione e chiusura di pub e bar. Proprio Manchester, ad esempio, rischierebbe il livello di allerta massimo. Londra, invece, per il momento si arresta al livello due, anche se il livello di contagi nella metropoli è ancora di 10 volte inferiore rispetto ai numeri registrati nel nord dell’Inghilterra. Sale intanto la preoccupazione per l’economia londinese: lasciare aperti bar e ristoranti, ma con importanti restrizioni, da un lato non consente l’accesso ai sussidi, dall’altro non permette il necessario afflusso di clienti per far quadrare i conti. Da un punto di vista politico, intanto, Johnson sembra trovarsi tra due fuochi incrociati: da un lato le pressioni per un lockdown generale (provenienti anche dal sindaco di Londra e dal leader laburista Kei Starmer), dall’altro la posizione ostile a nuove restrizioni dalla destra del partito conservatore.


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Ad aggiungersi a questa scacchiera di opinioni variegate, anche la commissaria europea per la salute Stella Kyriakides, che ribadisce un punto: è necessario con tutte le forze evitare un secondo lockdown generalizzato, le conseguenze sarebbero devastanti. La commissaria avrebbe ribadito: “È con grande preoccupazione che sto assistendo all’aumento sempre più rapido dei tassi di infezione in tutta l’Ue. Il tempo corre e la prima priorità di tutti dovrebbe essere quella di fare ciò che serve per evitare le conseguenze devastanti, sociali ed economiche, dei lockdown generalizzati“. Sul vaccino avrebbe poi affermato: “Il vaccino non sarà la bacchetta magica, ma giocherà un ruolo centrale per salvare vite umane e contenere la pandemia. E quando sarà trovato un vaccino sicuro ed efficiente, dobbiamo essere pronti a lanciarlo il più rapidamente possibile e costruire la fiducia dei cittadini nella sua sicurezza ed efficacia. I vaccini non salveranno vite umane, le vaccinazioni lo faranno”.

 

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