Covid, il primario di Verona: “Pronti soccorsi strapieni, termino una notte allucinante”

Il direttore del reparto di pneumologia dell’Azienda ospedaliera di Verona, Claudio Micheletto in un post su Facebook: “Siamo stanchi di rincorrere bufale, vorremmo avere anche qualche verità”.

Claudio Micheletto Verona ospedale primario

Claudio Micheletto si ‘sfoga’ su Facebook in un post, nelle sue parole i ricordi dell’emergenza di marzo e le paure di quello che stiamo affrontando già ora con la prima ondata di ricoveri «Ieri abbiamo riaperto – ha scritto nel suo post – Siamo rientrati nel padiglione 13, un piccolo Ospedale dedicato solo al Covid 19. Termino una notte allucinante, continui ricoveri, mi sembra di rivedere un film già visto».

«Temo che questa notte – ha aggiunto – si sia innescata una pesante recrudescenza: pronti soccorso strapieni, tante persone con sintomi. Non mi ricordo chi ha detto che il virus era clinicamente morto. Dopo 24 ore consecutive di lavoro forse perdo la memoria». Micheletto aveva scritto il suo ultimo post il 2 giugno, in occasione della cessata emergenza: «Dopo ottanta giorni – aveva scritto nel suo post – abbiamo chiuso un reparto Covid, stiamo tentando di tornare a vita normale. Ci portiamo dentro tante storie, tanta fatica, ma anche tante soddisfazioni».

Claudio Micheletto covid post su facebook
Claudio Micheletto, foto via Facebook

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«Stiamo facendo una chiamata alle armi, dobbiamo richiamare medici e infermieri. Qui è peggio che a marzo». Ha spiegato a telefono con l’Ansa Claudio Micheletto, direttore dell’unità di penumologia dell’Azienda ospedaliera di Verona, dove da ieri è stato riaperto il reparto riservato ai pazienti Covid. «Sto entrando adesso – ha dichiarato – dobbiamo allargare la disponibilità di posti. Quando parlo di marzo, non dico certo nei numeri, allora avevamo 180 pazienti e 60 terapie intensive in totale in azienda. Però il flusso è continuo: adesso a Borgo Trento abbiamo 22 ricoverati in malattie infettive, pieno, e 6 in rianimazione, pieno. Da noi in pneumologia a Borgo Trento, ci sono 20 letti occupati, e dobbiamo allargare. Ne aggiungiamo altri 6, ma il problema non sono i posti, serve il personale».

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