Crisanti-Celentano, rissa in diretta: piovono parole al vetriolo

Nel corso della scorsa puntata di Dritto e Rovescio, condotto dal giornalista Paolo Del Debbio, su Rete 4, c’è stato un acceso dibattito tra il virologo veneto Andrea Crisanti e l’attrice Rosita Celentano. Il tema della puntata era la paura di un nuovo lockdown. Ecco cosa è successo.

Botta e risposta tra Crisanti e Celentano

Nel corso dell’ultima puntata di Dritto e Rovescio, condotto da Paolo Del Debbio su Rete 5, un inedito e duro scontro è avvenuto tra la figlia di Adriano Celentano, Rosita, e il virologo Andrea Crisanti. Il professore di Microbiologia all’Università di Padova ha risposto duramente all’accusa di Rosita Celentano che ha parlato di terrorismo mediatico, scatenato dagli annunci di un possibile nuovo lockdown che non sarebbe giustificato inoltre dai recenti numeri dell’epidemia.

Ha spiegato l’attrice: “‘Sulla questione allarmismo io vivo un terrorismo mediatico, che peraltro dice tutto e il contrario di tutto, non solo tra un canale tv e un altro, ma anche semplicemente nello stesso canale da una trasmissione all’altra. Insomma in questi mesi si è parlato sempre di norme di distanziamento sociale e mai della “salute mentale e psicologica della gente”.

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Il virologo Andrea Crisanti

Andrea Crisanti è Professore di Microbiologia all’Università di Padova ed è stato il primo, nel marzo scorso, ad attuare uno screening di massa in un Comune – Vo’Euganeo – dove era stato intercettato un focolaio. Il cosiddetto Metodo Crisanti è stato celebrato e copiato in tutta Italia nelle settimane successive.

Crisanti è stato criticato per la sua presenza massiccia negli studi televisivi, ma è anche il primo virologo ad aver apertamente parlato di un lockdown nel periodo natalizio.

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La risposta di Andrea Crisanti

A quel punto è arrivata la risposta del noto virologo: “Mi permetta di dire una cosa io penso che il terrorismo l’ha fatto chi ha detto che il virus era morto. E poi, per quanto riguarda la signora Rosita, beata lei che ha avuto l’ansia guardando l’epidemia in televisione. Pensi alle centinaia di migliaia di sanitari che hanno lavorato giorno e notte durante l’epidemia. E non penso che nessuno abbia protestato per l’ansia. Pensi agli insegnanti che ogni giorno affrontano l’ansia di venire infettati”.

Il professore chiude la questione: Le dico questa cosa perché sicuramente la televisione può creare ansia. Non la guardi. Però pensi a tutte le persone che non solo hanno l’ansia, ma hanno anche affrontato il rischio di contagiarsi”

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