Coronavirus, la Farnesina sconsiglia i viaggi all’estero: il rischio è di non tornare più

Considerata l’aggravarsi della situazione Coronavirus, la Farnesina ha fortemente sconsigliato i viaggi all’estero.

“Considerato l’aggravarsi della situazione epidemiologica in Europa, la Farnesina raccomanda a tutti i connazionali di evitare viaggi all’estero se non per ragioni strettamente necessarie”. Questo è quanto si legge sul sito del ministero degli Esteri. Un monito agli italiani di evitare gli spostamenti, specie fuori dal proprio Paese e ancor di più fuori dall’Europa. Continua infatti, senza sosta, la seconda ondata del Coronavirus che sembra averci colto nuovamente impreparati. La curva dei contagi aumenta infatti esponenzialmente, non solo in Italia ma in tutto il mondo.

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Ieri, il nostro Paese ha registrato un nuovo record, sia per contagi che per vittime. I positivi sono stati 21.994 a fronte di 174.398 tamponi. I morti sono 221, rispetto ai 141 della giornata precedente. Il totale dei decessi dall’inizio dell’emergenza è quindi di 37.700. Sono invece 1.411 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, con un incremento di127 persone in un giorno. Il numero dei ricoveri ordinari è salito di 958, portando il totale a 13.955. Gli attualmente positivi sono 255.090 – +18.406; mentre i guariti 271.988 – +3.362. Critica la situazione in Lombardia, con 5.036 contagi; ma anche la Campania è sotto pressione, con 2.761 contagi; seguita dal Piemonte con 2.458 casi. Seguono Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Toscana e Liguria. 57 nuovi casi anche in Valle d’Aosta, su 497 tamponi eseguiti.

L’allarme dei virologi

Numeri che mettono in allarme i medici, i virologi, gli scienziati che hanno evidenziato come il rapporto tra tamponi effettuati e nuovi positivi sia salito a 12, 6 per cento. “Il trend dell’epidemia è in aumento, più marcato nelle ultime 2-3 settimane. Abbiamo un numero di decessi ancora relativamente limitato e così anche l’occupazione delle terapie intensive ancora al di sotto del livello di guardia, anche perché è aumentato il numero di posti. Tutto ciò indica comunque la necessità di implementare adeguati interventi”, ha detto il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, durante un punto

stampa al ministero. Gli fa eco Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore della Sanità: “L’incidenza sta crescendo molto rapidamente, in alcuni contesti regionali di più. Oggi il virus è praticamente presente dappertutto. Anche regioni piccole hanno tassi d’incidenza molto elevati“. Secondo gli esperti, l’unica necessità, per l’Italia, è quella di un lockdown. Eventualmente, per evitarne uno generalizzato, l’alternativa sarebbe mini lockdown, che riguardino singole zone, come accadde a Cogodno. Partire da lockdown a livello locale per evitarne uno nazionale.

Rientrare potrebbe essere difficile

Gli esperti consigliano anche di limitare gli spostamenti e il monito è arrivato anche dalla Farnesina. Infatti, nel comunicato si fa anche presente che, considerato l’alto numero dei contagi in molti Paesi europei, non si possono escludere future ulteriori restrizioni agli spostamenti che rischierebbero di complicare eventuali rientri in Italia. Analoghe problematiche di rimpatrio potrebbero verificarsi, con incidenza ben più grave, in caso di viaggi verso destinazioni extra-Ue. Meglio, insomma, evitare.

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