Lo studio Ue che rivela: i parlamentari italiani hanno gli stipendi più alti del mondo

Stando a quanto emerso da uno studio Ue, i parlamentari italiani avrebbero gli stipendi più alti rispetto agli altri paesi del mondo analizzati. Parlamentari e senatori guadagnerebbero in media 40 mila euro in più degli omologhi tedeschi, 56mila euro più dei francesi, 35mila più degli americani, e 10 volte più degli ungheresi.

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(Da Getty Images)

“Se chiediamo ai cittadini di fare sacrifici, allora dobbiamo essere pronti anche noi a farne”, aveva esordito il ministro degli Esteri Luigi Di Maio circa due settimane fa. Poi ancora, su Facebook: “La politica in una situazione del genere, davanti a una crisi globale senza precedenti con 42 milioni di casi nel mondo dall’inizio della pandemia, deve dare un segnale chiaro alla popolazione per ristabilire un canale di fiducia con i cittadini. Riprendiamo la discussione iniziata a marzo, quando scoppiò la pandemia: tagliamo gli stipendi dei parlamentari ed eliminano qualsiasi tipo di privilegio della politica”. Un vecchio mantra rispolverato anche in uno stato di pandemia e crisi globale, una manovra che servirebbe a poco di fronte ai problemi strutturali che saremmo costretti ad affrontare, e che potrebbe distogliere l’attenzione da questioni ben più impellenti. Eppure per Di Maio si legifera non solo per esigenza, non solo per fornire un nuovo volto politico e culturale al paese, ma anche per valore simbolico, per dare un segnale. La legge come messaggio e non come strumento.

Quanto guadagnano i parlamentari italiani rispetto agli altri?

E allora tanto vale analizzare il valore degli stipendi dei parlamentari italiani in rapporto a quelli europei e di tutto il mondo: sì, sono alti. Per la precisione, i più alti del mondo. Questo se si tengono in considerazione i paesi analizzati dal report (che non coprono la totalità dei paesi sparsi in tutto il globo). A confermarlo un’indagine comparativa inserita all’interno di un rapporto sul sistema previdenziale del Parlamento Europeo in discussione a Bruxelles, che prende in analisi gli stipendi di alcuni paesi provenienti da tutto il mondo. L’indagine sottolinea come deputati e senatori italiani guadagnino in media 40 mila euro più degli omologhi tedeschi, 56mila euro più dei francesi, 35mila più degli americani. I numeri salgono se si confrontano con gli stipendi dei lord inglesi (quelli italiani sono circa il doppio) e dei parlamentari ungheresi (quelli italiani sono 10 volte tanto).

Cosa rivela lo studio dell’Ue

Lo studio nascerebbe proprio da una richiesta della Commissione sul controllo dei bilanci, che ha necessitato di una comparazione tra gli stipendi percepiti nel Parlamento Europeo e quelli percepiti nei singoli stati. In una tabella nello specifico vengono analizzati i livelli retributivi dei parlamentari percepiti nel 2009. L’Italia, già nel 2009, sembra spiccare su paesi di tutto il mondo quanto a stipendio: 140mila euro di reddito netto, che include anche una serie di benefici (indennità, diaria, rimborsi spese). Il rapporto con gli altri paesi emerge chiaramente: i tedeschi percepiscono 90mila euro, a fronte dei 140mila italiani, i francesi 84mila, gli inglesi 70mila, gli statunitensi 105mila. Dati che di certo non sono sfuggiti ai vertici del Movimento 5 Stelle, che a questo punto hanno abbastanza materiale per rilanciare la campagna.

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Immediato, infatti, il commento dell’eurodeputata M5s Sabrina Pignedoli: “Questi dati non possono essere più ignorati. Dopo il taglio del numero dei parlamentari bisogna passare alla fase due, quella della riduzione dello stipendio. Tutti i cittadini sono alle prese con il Coronavirus e stanno facendo sacrifici, è giusto che anche la classe politica dimostri sobrietà e dia un segnale di vicinanza al Paese. Il Movimento 5 Stelle ha già presentato una proposta di riduzione. Chi ci sta?”. La proposta, stando a quanto riportato dal Fatto Quotidiano, comporterebbe un risparmio di circa 60 milioni di euro l’anno. Bene, non sono spiccioli. Dopo il taglio dei parlamentari, il taglio degli stipendi.


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Ma, pur senza disdegnare, verrebbe da chiedersi: davvero tagli e bonus sono l’unica proposta da cavalcare all’interno di una crisi così radicale? Non converrebbe sfruttare le energie a disposizione per mettere mano a problemi storici del paese, da sempre scansati (o riformati in maniera strumentale) da ogni forza politica? Ammesso anche che si voglia metter in discussione il peso dello stipendio dei parlamentari, a un certo punto bisognerà anche mettere in discussione il modo in cui se lo guadagnano.

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