Calenda: “Da Pd mi aspetto parola chiara: deve dire se mi appoggia o no”

Carlo Calenda, leader di Azione, incalza il Pd sulla sua candidatura a sindaco di Roma: “Non pretendo che mi appoggi, deve semplicemente decidere se lo fa o no”. Poi, sulle primarie: “Non può continuare a dire in mezzo al Covid, che forse farà le primarie fra sei mesi.

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(Da Getty Images)

Carlo Calenda, leader di Azione candidato a sindaco di Roma, chiede al Pd di battere un colpo. Attualmente europarlamentare eletto nel 2019, Calenda è stato ministro dello Sviluppo economico nel governo Gentiloni. Dopo essersi iscritto al Pd nel 2018, lasciò il partito nel momento in cui il Pd decise di stringere un accordo di governo con i 5 Stelle. Ora la storia sembra ripetersi: da un lato Di Maio che solo una settimana fa avrebbe aperto a una coalizione romana col Pd (“insieme riusciremo a governare le città, altrimenti è difficile”); dall’altro Calenda, che chiede al Pd una presa di posizione. Su Sky TG24 avrebbe affermato: “Dal Pd non ho alcuna risposta. Fra poco il centrodestra avrà un candidato, ce l’ha la Raggi e il centrosinistra deve decidere. Non pretendo che mi appoggi, deve semplicemente decidere se lo fa o no. Non può continuare a dire in mezzo al Covid, che forse farà le primarie fra sei mesi. Con la destra in campo e la Raggi in campo per sei
mesi giochiamo a racchettoni? Dicessero una parola chiara, poi mi regolo”.

La questione primarie

Già qualche settimana fa Calenda si era detto scettico nei confronti delle primarie del Pd in un periodo così delicato da un punto di vista sanitario. Ora arriva la riconferma su SkyTg 24: “Sulle primarie sta diventando un dibattito ridicolo. Facciamo le primarie in mezzo al Covid se non possiamo uscire di casa? In alternativa le facciamo ad aprile mentre tutti gli altri sono in campo e fanno la campagna elettorale? Non sono contrario alle primarie di coalizione, però se questa è la situazione a questo punto le primarie non sono possibili. Il Pd, per tante ragioni comprensibili o no, può dire che preferisce i Cinque Stelle e non possono sostenermi, ma serve una parola di chiarezza in un senso o nell’altro”.


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Cosa ne pensa il Pd?

Intanto il Pd sulla questione si scinde. Al suo interno c’è chi tenderebbe a voler porre l’accento sull’alleanza di governo, da replicare anche a livello comunale e regionale per evidenti questioni di governabilità. Tra questi c’è anche il segretario romano del Pd Andrea Casu, che spiega: “Quella di Calenda ad oggi (…) è una candidatura che lui sta costruendo contro tutto quello in cui il PD crede: l’apertura e la partecipazione popolare per la scelta del candidato o il Governo di cui siamo parte fondamentale. Purtroppo ancora una volta divide e la destra brinda”.


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Ma sempre all’interno del Pd ci sarebbe anche chi si dice a favore della candidatura di Calenda, come l’ex presidente del consiglio Enrico Letta, Piero Fassino, il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano e Andrea Marcucci. Fuori dal Pd, Calenda raccoglie appoggi anche da Italia Viva e +Europa, che si dice “pronta a sostenerlo con convinzione”.

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