Guido Bertolaso, il suo nome per la Calabria: “Ci vuole un Nicola Gratteri”

Sulla Calabria e sulla scelta del suo commissario, dopo la rinuncia di Gaudio, spuntano altre ipotesi. L’ultimo consiglio arriva da Guido Bertolaso, ex capo della Protezione Civile e consulente a titolo gratuito per l’emergenza in Umbria: “Ci vuole un Gratteri per esempio, che ha fotografato in pieno la situazione della regione e che, secondo i sondaggi, sarebbe anche gradito dai cittadini”.

bertolaso calabria - meteoweek.com
MeteoWeek.com

Dopo la rinuncia dell’ex Rettore della Sapienza – il terzo nome fatto fuori nel giro di 10 giorni – in Calabria si torna alla ricerca di un commissario ad acta. E lo si fa in un momento in cui tutta l’Italia è intenta ad osservare la prossima mossa del governo, che proprio non può permettersi di sbagliare ancora. Mentre si delinea il ruolo di Gino Strada, collaboratore con la Protezione Civile, emergono nuovi nomi per le future puntate. A donare un parare su Adnkronos è Guido Bertolaso, ex capo della Protezione Civile, ora consulente (a titolo gratuito) per l’emergenza in Umbria, che afferma: “In Calabria, contrariamente a ciò che si va continuando a dire, non esiste un problema di gestione sanitaria, ma di gestione amministrativa e trasparente della sanità. Sono due cose completamente diverse. La regione va gestita da chi non ha interessi per e con la salute calabrese”. In sostanza, ripete Bertolaso, il problema della Calabria non sarebbe di carattere strettamente sanitario. O meglio, il problema sanitario è legato a un altro problema, che nessuno vuole nominare apertamente: la ‘ndrangheta. Bertolaso, infatti, commenta: “Non è vero che manchino medici, ce ne sono di bravissimi, non è vero nemmeno che manchino infermieri o posti letto. Mancano persone in grado di farla funzionare”.


Leggi anche:


“Serve gente che sappia intervenire nell’illegalità insita nelle strutture”

E sul nuovo commissario, Bertolaso risponde schietto: “Ancora? Probabilmente per il ruolo di commissario non serve un bravo medico come Strada e nemmeno un ex rettore come Gaudio. E’ necessario ed è ora di qualcuno che sappia leggere tra le pieghe di queste vicende e sappia cambiare atteggiamento ad un sistema. Chi può essere? Non lo so, un magistrato forse, un manager. Un Gratteri per esempio, che ha fotografato in pieno la situazione della regione e che, secondo i sondaggi, sarebbe anche gradito dai cittadini”. Poi ancora: serve “gente che abbia chiara, negli occhi, la pessima gestione della cosa pubblica e sanitaria calabrese, che sappia intervenire nelle ramificazioni e nell’illegalità insita alle strutture. Che sappia estirparne il male. Una volta fatto questo si ragionerebbe. Tutto ciò che sta accadendo, la ricerca ossessionata di un commissario è umiliante per il popolo calabrese, che non si merita questo”, conclude.

Gratteri: “Il problema in Calabria sono le ruberie”

Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro, intervistato a Otto e Mezzo sembra effettivamente d’accordo sull’esigenza di individuare qualcuno che conosca la Calabria. E appare anche lui d’accordo con un’argomentazione: in Calabria non mancano le strutture, ma una loro buona gestione. Su Gino Strada Gratteri avrebbe affermato: “Non va bene per la Calabria. So le cose straordinarie che ha fatto in Africa, ma il problema in Calabria non sono gli ospedali da campo, ma le ruberie e l’acquisto dei materiali medici. C’è bisogno di un manager, non di un medico. E non c’è bisogno nemmeno di ospedali da campo come se fossimo in Afghanistan: in Calabria ci sono 18 ospedali chiusi, meglio riaprire quelli”.


Clicca qui e poi premi la stellina (Segui) per ricevere tantissime novità gratis da MeteoWeek


Poi fornisce il suo identikit del candidato perfetto: “Credo che andrebbe bene come commissario alla Sanità un calabrese emigrato per fame e per bisogno. Uno che ha fatto concorsi al Nord perché al Sud non si è voluto piegare magari a concorsi controllati dalla massoneria deviata o dalla ‘ndrangheta. Penso a un professore universitario che lavora al Nord e che è figlio di contadini o di operai o di falegnami calabresi. Ho in mente un nome – conclude – ma è ovvio che non lo dico”.

Impostazioni privacy